Zaccaria, professore di teologia pastorale, ha richiamato alcune indicazioni della CEI, per un buon funzionamento dei consigli pastorali: si tratta di un cambiamento di mentalità occorre preparare, ascoltare, progettare. Preghiera per partecipare con atteggiamento umile, di apertura all’altro; interpretare il contesto, discernere comunitariamente; progettare “ascoltando” e “affrontando il conflitto”. L’ascolto di Dio e quello del popolo – con opportunità di esprimere il proprio pensiero con opinioni – non possono essere scissi. I nostri “consigli” vanno ripensati in questa direzione.
La sinodalità è un primo ambito di riconciliazione a cominciare dallo stesso accostarsi a questo stile: lo stesso Vaticano II è stato un suo momento nella storia della Chiesa di riscoperta. Altro ambito di riconciliazione è quello con la modernità: ciò non vuol dire prendere il modello democratico tout court, ma vedere ciò che di buono può esserci per la missione della Chiesa. È la missione che cambia le strutture; prima viene la missione e poi le strutture.
Una definizione di corresponsabilità, teorico-empirica, può guadare cinque livelli: informazione (ti dico quello che succede), consiglio, dialogo, decisione comune, autonomia (per il superamento della dicotomia membri attivi e membri passivi).
Occorre investire sulla formazione educando al lavoro di squadra: popolo e pastore, insieme.