Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, rimprovera i cardinali (e l’ex nunzio) ribelli: «Contro il papa attacchi insolenti da uomini di Chiesa. Ora basta, sono sbagliati». Il pontefice è il pontefice – è il ragionamento – «e il credente gli deve affetto, rispetto e obbedienza in quanto segno visibile e garanzia dell’unità della Chiesa». Per questo gli attacchi «sempre più insolenti contro Francesco, soprattutto quelli che nascono all’interno della Chiesa, sono sbagliati». L’arcivescovo si dice preoccupato perché è riesplosa «la lotta tra conservatori e progressisti».

La pandemia da Coronavirus ha fornito l’occasione ai conservatori di sferrare l’ennesimo attacco al vescovo di Roma. Le misure contro il Covid-19 e le proteste in America e nel mondo dei «Black Lives Matter, Le vite nere contano» contro l’assassinio dell’afroamericano George Floyd, fanno parte di una campagna orchestrata dai «figli delle tenebre» per spodestare Donald Trump dalla Casa Bianca. È la bizzarra tesi dell’anti-bergogliano militante, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio a Washington. In rotta di collisione con la Santa Sede, aspirava alla presidenza del Governatorato, ma Benedetto XVI lo mandò nunzio a Washington, una delle principali sedi diplomatiche, e nel 2016 Francesco accettò la rinuncia. Con lui l’agguerrita e danarosa ultradestra americana e italiana che non gradisce Francesco.

Viganò scrive a Trump: pandemia e proteste sono frutto di una battaglia «tra i figli della luce e i figli delle tenebre». Si salda così l’«alleanza» politico-ideologica tra gli oppositori di Francesco e Trump. Nell’agosto 2018 Viganò diffuse una missiva che accusava Francesco di aver coperto il cardinale Theodore McCarrick, ex arcivescovo di Washington, colpevole di abusi sessuali, al quale il pontefice tolse il cardinalato e ridusse allo stato laicale. Viganò chiese le dimissioni di Bergoglio. Ora vede Trump come «figlio della luce» e gli altri «figli delle tenebre, che servono se stessi, non hanno principi morali, vogliono demolire la famiglia e la nazione». Che Trump istighi alla violenza, litighi con il mondo intero e prepari – Dio non voglia – un conflitto armato, all’ex nunzio non interessa: secondo lui «per la prima volta gli Stati Uniti hanno un presidente che difende il diritto alla vita, denuncia le persecuzioni dei cristiani, parla del diritto dei cittadini alla libertà di culto». Infatti, brandisce la Bibbia come Matteo Salvini bacia i rosari. Per l’ex nunzio, «le forze del male, vedendo sfumare il virus e diminuire l’allarme sociale, innescano i disordini per provocare la repressione legittima». In sostanza, Viganò, uomo di Chiesa, legittima la violenza e la repressione più brutale, contestate da molti vescovi e cardinali: Wilton Gregory di Washington, Daniel DiNardo di Galveston-Houston, Sean Patrick O’Malley di Boston.

«Pregare il Padre di tutti non è relativismo religioso». Il 14 maggio Francesco implora: «Dio fermi tutte le pandemie. Chiedo a Dio misericordia e pietà. Tutti siamo fratelli. Per questo, uomini e donne di ogni confessione religiosa ci uniamo nella preghiera e nella penitenza, per chiedere la grazia della guarigione dalla pandemia. Fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa, ognuno di noi prega, le comunità pregano, le confessioni religiose pregano Dio che ci accomuna». Prevede le solite obiezioni di coloro che remano contro: «Ma questo è relativismo religioso e non si può fare». Ma come non si può fare? «Non si può pregare il Padre di tutti? Ognuno prega come sa, come può. Non stiamo pregando l’uno contro l’altro, questa tradizione religiosa contro quest’altra. Siamo uniti tutti come esseri umani, come fratelli, pregando Dio, secondo la propria cultura, la propria tradizione, le proprie credenze».

Tutti i papi sono stati contestati

  • Pio IX (1848-1878), ultimo «papa-re», deve vincere la resistenza di non pochi vescovi – tra i quali alcuni subalpini – contrari al dogma dell’infallibilità pontificia, di fatto a scapito dei vescovi, durante il concilio Vaticano I (1869-70).
  • Leone XIII (1878-1903): l’enciclica «Rerum novarum» è accolta da una selva di fischi dei conservatori. «Corriere della Sera» scrisse che il papa «è diventato socialista».
  • Pio X (1903-14) combatte il modernismo ma provoca una vera e propria «caccia alle streghe», con vittime che modernisti non sono, come il beato Carlo Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano; come il giovane Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Giovanni XXIII.

 Molti insulti e proteste al papa pacifista

  • Benedetto XV (1914-22): i francesi considerano la «Nota ai capi dei popoli belligeranti» (1° agosto 1917) poco antitedesca, lo chiamano «pape boche, papa crucco» e il domenicano Antoin-Dalmace Sertillanges, professore all’Istitut Catholique di Parigi, esclama dal pulpito: «Diciamo no, no!»; per i germanici è troppo benevolo con la Francia «der französische papst, il papa francese»; per qualche italiano è «Maledetto XV»; per «Il Popolo d’Italia» è «Pilato XV»; per Mussolini è «apostolo dell’ateismo e papa deicida»; per i fascisti «frasi infelicissime»; l’Italia lo accusa di disfattismo e di aver causato il tracollo di Caporetto; la stampa massonica si scatena; qualche generale sbotta: «Bisogna impiccare il papa perché è un traditore».
  • Pio XII (1939-58) è dapprima elogiato e ringraziato per quanto la Chiesa ha fatto per la salvezza degli ebrei e degli oppositori, ma dal 1964 costruiscono la «leggenda nera» contraria alla storia. Giovanni XXIII (1958-63) conosce l’opposizione e il boicottaggio della curia al concilio Vaticano II fino quando, vescovi e teologi, protetti dal cardinale arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, prendono il sopravvento.
  • Paolo VI (1963-78) trova duro far passare le riforme conciliari, è contestato da sinistra e da destra («Maolo VI») e il vescovo Marcel François Lefebvre provoca uno scisma con il quale si devono misurare gli ultimi tre papi,
  • Giovanni Paolo II (1978-2005), Benedetto XVII (2005-2013) e Francesco: le concessioni non portano a nulla perché alzano sempre più la posta.

Pier Giuseppe Accornero, sacerdote, giornalista, scrittore