Pier Giuseppe Accornero – sacerdote, giornalista, scrittore
«Giovedì partirò per un viaggio (31 agosto-4 settembre 2023) nel cuore dell’Asia, in Mongolia, una visita tanto desiderata, sarà l’occasione per abbracciare una Chiesa piccola nei numeri ma vivace nella fede e grande nella carità e per incontrare un popolo nobile, saggio, con una grande tradizione religiosa che avrò l’onore di conoscere nel contesto di un evento interreligioso. A voi, fratelli e sorelle della Mongolia, dico che sono felice di essere tra voi come fratello di tutti. Ringrazio le autorità per il cortese invito. Chiedo di accompagnarmi con la preghiera». La calorosa presentazione sgorga dalle labbra di Papa Francesco domenica 27 agosto.
Il Papa si muove per 1.394 cattolici
Lo documenta il bollettino della Santa Sede – Superficie 1.566.500 chilometri quadrati; popolazione (in migliaia) 3.384 (2 abitanti per km. quadrato); cattolici 1.394 (0,04 cattolici per 100 abitanti); circoscrizione ecclesiastica 1 (vicariato apostolico); parrocchie 8; altri centri pastorali 4; cattolici per centro pastorale 116; vescovi 1; sacerdoti diocesani 6; sacerdoti religiosi 19; sacerdoti in complesso 25; diaconi permanenti -; religiosi non sacerdoti 5; religiose professe 33; membri laici di Istituti secolari -; missionari laici 1; catechisti 35; cattolici per sacerdote 56; cattolici per operatore pastorale 13,94; sacerdoti per centro pastorale 2,08; sacerdoti per 100 impegnati nell’apostolato 26; seminaristi minori -; seminaristi maggiori 6; seminaristi maggiori per 100 mila abitanti 0,18; seminaristi maggiori per 100 mila cattolici 430; seminaristi maggiori per 100 sacerdoti 24; scuole materne e primarie 5; medie inferiori e secondarie 1; superiori e università -; studenti di materne e primarie 413; studenti inferiori e secondarie 190; studenti istituti superiori e università -; ospedali -; ambulatori 1; lebbrosari -; case per anziani e invalidi 2; orfanotrofi e asili nido 5; consultori familiari 4; centri speciali 1; altre istituzioni 35.
Perché visita una nazione, in realtà la sola capitale Ulaanbaatar, con pochi cattolici?
Nel novembre 1970 Paolo VI in un lunghissimo viaggio in Oriente, nel villaggio di Leulumoega Tuai nelle Isole Samoa nel Pacifico, spiegò: «Non è il gusto di viaggiare e neppure un interesse qualsiasi che mi hanno portato presso di voi: vengo perché siamo fratelli, o meglio perché voi siete miei figli e figlie ed è giusto che, come padre di famiglia, di questa famiglia che è la Chiesa cattolica, mostri a ciascuno ch’egli ha diritto a un eguale affetto. Chiesa cattolica significa fatta per l’intero universo, fatta per tutti, non è estranea in nessuna parte: ciascun uomo, qualunque sia la nazione, la razza, l’età o istruzione, trova posto». Concetti egregiamente espressi già da Benedetto XV nella «Maximum illud» nel 1919.
L’aereo papale decolla da Fiumicino il 31 agosto alle 18.30 e atterra a Ulaanbaatar alle 10 di venerdì 1° settembre. Sabato 2 benvenuto; visita al presidente della Repubblica; incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. Alle 16 incontro con vescovi, sacerdoti, missionari, consacrati, consacrate e operatori pastorali nella Cattedrale Santi Pietro e Paolo. Domenica 3 settembre discorso all’incontro ecumenico e interreligioso nell’«Hun Theatre». Alle 16 Messa nella «Steppa Arena». Lunedì 4 incontro con gli operatori della carità e inaugurazione della «Casa della misericordia», a cui il card. Giorgio Marengo tiene moltissimo. Congedo e partenza alle 12.
Il cardinale torinese Giorgio Marengo aspetta Francesco, primo Pontefice nel Paese di Gengis Khan e delle grandi steppe, cerniera tra Russia e Cina, terra di violenti contrasti climatici (+40 d’estate e -40 d’inverno) e urbanistici, estesa cinque volte l’Italia, al secondo posto tra i Paesi meno popolati. Landa di nomadi e pastori, un terzo vive la soglia di povertà. Dal 2020 Marengo è vicario apostolico della Mongolia e dal 2022 è cardinale. Nato il 7 giugno 1974 da famiglia torinese a Cuneo, cresce a Torino, entra fra i Missionari della Consolata ed è prete dal 2001. Il 28 maggio 2022 porta al Pontefice alcuni monaci buddhisti: «Gli abbiamo offerto la riproduzione di una Madonna in legno che una donna non cristiana aveva trovato in una discarica. Maria si è fatta trovare nei rifiuti per andare ad abitare tra gli “scartati”». Dice Francesco: «Buddhisti e cattolici lavoriamo insieme per la pace. La pace è l’ardente anelito dell’umanità. Attraverso il dialogo a tutti i livelli è urgente promuovere una cultura della pace e della non violenza e invitare tutti a rifiutare la violenza in ogni forma, compresa quella contro l’ambiente. C’è chi usa la religione per giustificare violenza e odio. Essere veri discepoli di Gesù o seguaci di Buddha significa aderire alle loro proposte. Gesù ha distrutto l’inimicizia; Buddha nel suo messaggio di non violenza e pace – “Dhammapada. Raccolta di insegnamenti”- insegnò che “la vittoria si lascia dietro una scia di odio perché il vinto soffre; la conquista di sé è più grande di quella degli altri”».
I monaci invitano Francesco a visitare la Mongolia.
È la storia di un piccolo gregge. Nel 1921 la Santa Sede assegna la prefettura apostolica di Urga ai Missionari del Cuore Immacolato di Maria: non vi arrivano mai perché nel 1923 la Mongolia è invasa e fagocitata dall’Unione Sovietica e cade sotto il controllo di Mosca e la Chiesa cattolica è bandita. Caduto l’impero sovietico, il 30 per cento si dichiara non religioso. Nel 1992 il governo chiede alla Santa Sede l’invio di missionari cattolici e l’allacciamento di relazioni diplomatiche. L’incarico ritorna ai Missionari del Cuore Immacolato di Maria, 3 sacerdoti, nessuna comunità cristiana, pochi europei, qualche simpatizzante mongolo. Nel 2003 arrivano i Missionari della Consolata, fondati nel 1901 dal beato Giuseppe Allamano. Il buddhismo è la religione largamente maggioritaria. Riflette il cardinale torinese: «Il Papa ha un’attenzione particolare a quest’area del mondo e crede molto nella capacità dei popoli dell’Asia di convivere pacificamente. In Asia, la culla delle grandi religioni del mondo, il dialogo interreligioso e la convivenza pacifica sono una realtà di tutti i giorni. Il nostro motto è: “Sussurrare il Vangelo al cuore della Mongolia”».