Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, introduce alla corresponsabilità, con narrazioni. Una corresponsabilità che è già viva nell’episcopato della Chiesa di Cremona, tra il vescovo in mandato e il vescovo emerito. Corresponsabilità nella lettura della realtà, nel discernimento (che è fatto anche di preghiera), in un progetto insieme, che dice la diocesi impegnata in una pastorale che considera la Chiesa famiglie di famiglie, presente nel mondo dei giovani, capace di comunicazione e cultura. C’è da evidenziare l’importanza della verifica, che necessita del suo tempo, e può trovare forma nelle visite pastorali. Eperienze significative a livello di corresponsabilità: 1) Quella del santuario di Caravaggio: corresponsabilità tra i preti, e religiosi e famiglie, per accogliere, ascoltare, accompagnare. 2)Una attenzione ai seminaristi aprendo alla loro presenza nelle parrocchie e all’interazione con le famiglie. 3) Unità pastorali, nel quale la progettazione parte da una condivisione che mette insieme preti e laici. Preti e laici che si formano insieme, con-discepoli.
Enrico D’Abbicco, presbitero e vicario generale della Diocesi di Bari-Bitonto, porta insieme alla giovane Eleonora Palmentura l’esperienza del cammino sinodale, che è andata oltre l’intraeccessialità, spingendosi quindi oltre i non battezzati (per richiesta del vescovo diocesano, Giuseppe Satriano). Carcere, persone con varie fragilità, strada, sono stati luoghi accolti anzitutto, visitati, ascoltati. Si è pensato anzitutto allo stile: è stata necessaria una formazione per gli operatori strada. Gesù è il primo che nell’annuncio del Regno, percorre strade; nella strada si forma la comunità; un’esperienza dinamica. Andando oltre ogni comodità di chi si fa solo cercare. Andare per strada per riequilibrare la relazione, spesso asimmetrica, davanti a richieste non preconfezionate. Accogliere non è assimilazione (richiesta di diventare come il gruppo), bensì è venire fuori dai loro territori per costruire una realtà nuova rispetto a quella dell’origine. L’interazione con l’associazione “Officine cittadine” di promozione per la cittadinanza attiva (che nel suo stile ha proprio l’uscire nella strade), è stata feconda. Palmentura: dal rinnovamento delle strutture si è saputo fondere il vecchio (la tradizione della Chiesa locale) con una naturale evoluzione, nella passione di aprirsi all’altro e di aprire realmente il cammino mistagogico, che ha caratterizzato il cammino della diocesi sotto i vescovi Magrassi e Cacucci, alla vita. L’esperienza del portatore della parola, dallo slogan “La tua storia conta!”, è laboratorio esperienzale e narrativo oltre le mura della Chiesa (vedere la chiesa oltre i suoi confini visibili): il punto di forza è nel dare ascolto alle differenze. L’ascolto è missione, che fa emergere delle priorità.