Introduzione al Dossier di Orientamenti Pastorali n.11(2024)

Viviamo tempi segnati da situazioni drammatiche, che generano disperazione e impediscono di guardare al futuro con animo sereno: la tragedia della guerra, le ingiustizie sociali, le disuguaglianze, la fame, lo sfruttamento dell’essere umano e del creato. Spesso la speranza sembra offuscarsi. Magari è solo una sensazione. Questo, però, induce allo spaesamento di tante persone. Il Rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese (2023) parla degli italiani come «sonnambuli»: «Il portato antropologico della difficile transizione dalla grammatica trasparente di un mondo che presentava problemi risolvibili con competenza, impegno raziocinio, a un mondo reso opaco dall’incertezza». Come allora lavorare dal punto di vista pastorale in occasione del giubileo della speranza? In questo dossier, vengono proposte non solo riflessioni teoriche e teologiche sulla virtù della speranza, ma anche su cosa significa sperare oggi, sulla crisi della speranza nelle nostre società, sui gesti e le pratiche che generano speranza nella Chiesa e nel mondo… Traiamo ispirazione dalle parole del Santo Padre: «Il prossimo Giubileo sarà un anno santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio. Ci aiuti pure a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del creato. La testimonianza credente possa essere nel mondo lievito di genuina speranza, annuncio di cieli nuovi e terra nuova, dove abitare nella giustizia e nella concordia tra i popoli, protesi verso il compimento della promessa del Signore» (SnC 25). Quella stessa speranza che è tema ricorrente in tutto il Nuovo Testamento, in particolare nelle lettere paoline. Essa non è semplicemente un’emozione o uno stato psicologico temporaneo, ma rappresenta una dimensione teologica profondamente radicata nel mistero di Cristo. La morte e la risurrezione di Gesù non solo simboleggiano, ma incarnano la vittoria definitiva del bene sul male. Questo evento offre ai credenti una certezza incrollabile che l’amore di Dio prevale e continuerà a prevalere su ogni forma di sofferenza e oscurità, illuminando anche i momenti più bui della nostra esistenza con la luce della fede e della speranza eterna. La testimonianza credente è lievito di genuina speranza: vengono proposte significative esperienze nelle case di reclusione, nei rapporti economici con i paesi in via di sviluppo: la remissione del debito, nell’esperienza del dolore innocente.

In questo numero contributi di Marco Gallo, Giuseppe Savagnone, Francesco Cosentino, Giulio Albanese, Claudio Burgio, Luigi Verdi, Alberto Maggi