Dio è un sognatore? È dalla parte di quella libertà, di quella leggerezza dell’essere, di quella assenza di passato presente e futuro che ti dà il sogno? È tutto in un istante, libero, proteso, aperto, senza gravità? È senza barriere, senza logica stringente, senza paura, è virtuale nel modo di essere e di pensare? Chi è l’oggetto dei suoi sogni? Per chi sta a sognare notti e giorni? Quando ha creato cielo e terra stava sognando? Sì, e la visione dei suoi sogni che ogni giorno si facevano realtà gli strappava grida di gioia, fino alla realizzazione dell’ultimo sogno e da allora ha passato i sogni all’uomo e alla donna. Il sesto sogno l’ha fatto in stereo, con l’uomo. Adamo era assopito, stava sognando: belle le piante, bello il mare, belle le stelle, bello il sole, bella la luna, belle le montagne, ma sognava una bellezza diversa, un fascino, un ascolto, un cuore, un calore. E Dio, che lo inseguiva nei suoi sogni, ha continuato a creare, ha rifatto l’uomo regalandogli la donna… E si è messo a riposare. Da allora, se noi vogliamo capire i sogni di Dio, dobbiamo imparare a capire i sogni dell’uomo. I sogni di Dio lasciano traccia nei nostri sogni. L’esperienza religiosa dell’uomo è piena di sognatori. Si direbbe che ci sia una parentela ontologica tra sogni dell’uomo e rapporto con Dio. Probabilmente proprio perché nei sogni l’uomo è inattivo, lascia fare a Dio, si mette nelle sue mani, non fa danni; probabilmente perché sono più vicini agli ideali, alla costituzione naturale dell’uomo di essere a immagine di Dio e quindi per natura orientato a dialogare con lui.

  1. Proviamo a farci sollecitare da alcuni sognatori della Bibbia

Daniele, che tre volte al giorno si metteva in ginocchio, dialogava con Dio e nella preghiera intercettava i sogni di Dio. La preghiera è imparentata con i sogni. Nella Bibbia c’è un Dio nei cieli che svela i misteri. Daniele acquista da Dio il senso del futuro e il coraggio di dire a tutti la verità. Lui giovane non ha paura di nessuno e guida Nabucodonosor, Dario, Baltassar a capire il senso della loro vita e la fragilità del loro potere. Lui, allevato per leggere i sogni, ma sognatore di un Dio che non lo avrebbe mai mollato, è l’immagine del giovane credente che disprezza astrologi e incantatori e si affida alle mani di Dio.

Giuseppe, l’egiziano, è un ragazzo ingenuo, limpido, sognatore. I suoi fratelli sono invece concreti, lavoratori, affaristi, sanno che la vita è dura e bisogna guadagnarsela tutta. Lui invece sta a sognare e ha l’ingenuità di contrapporre i suoi sogni alla programmazione, alla conduzione dell’azienda, al potere. E un giorno lo vedono da lontano, è una sentenza di morte. Lui poverino gracile, indifeso, ingenuo; loro grossi e sanguinari. Sognava da far invidia, gli hanno venduto i sogni sperando di farne quattrini e si sono scavati la miseria e la carestia. Sarà lui che alla fine salverà i suoi fratelli e il vecchio padre dalla morte, lui con i suoi sogni, con la sua dimestichezza con la fantasia di Dio.

Giuseppe, lo sposo di Maria, un altro giovane sognatore, che sogna una vita bella, semplice, senza pretese. Ha un occhio umile e il Signore lo fa incontrare con Maria. Ma la vita non sarà facile. Maria è incinta, prima di andare a vivere assieme. Giuseppe sognava l’amore, ma lo voleva pulito. Non era lui il padre di quel bambino e non riusciva a immaginarne l’origine. Conosceva, e per questo l’amava perdutamente, l’assoluta integrità di Maria. Ma non capiva. Denunciarla? Nemmeno a parlarne. Non aveva ancora deciso, quando Dio ne fermò i pensieri. Nei suoi sogni ha incrociato i pensieri di Dio. Giuseppe fidati! Hai ragione a non dubitare minimamente di Maria …

  1. C’è gente però che ha smesso di sognare

I due discepoli di Emmaus avevano smesso di sognare, avevano giù la catena, davano calci ai sassi mentre andavano da Gerusalemme a Emmaus ed erano tremendamente tristi. Avevano smesso proprio quando bisognava cominciare. E lui spezza davanti ai loro occhi il pane dei sogni.

Le donne dopo la morte di Gesù avevano talmente dimenticato di sognare tanto da pensare solo a imbalsamare. Quanti chili ne prendiamo? Ti ricordi l’ultima volta quando è morto Giosafat, che era pressappoco alto come Gesù? No, ma guarda che ne occorre di più; dobbiamo fare le cose bene. E Lui all’appuntamento non c’è. Dovevate sognare di più.

  1. Gesù, il vero sognatore che interpreta e ci dice i sogni di Dio

Lui aveva un altro modo di sognare: sognava continuamente le braccia del Padre, di notte stava in compagnia di suo Padre e il giorno dopo sapeva cambiare la realtà. I suoi sogni sono le parabole, le beatitudini, le provocazioni, le chiamate, i dialoghi serrati con chi non riusciva a decidere da che parte stare. Erano sogni fatti in stereo: non sognava per sé, ma sognava una vita nuova per gli altri che incontrava: «Levi, che stai a fare in banca a passare la vita a contare gli euro? Tu non sei fatto per i bonifici, sei fatto per il Regno!»; «Pietro, che stai a raschiare tutti i giorni il fondo di questo lago? Io ti sogno in Vaticano, a tenere viva la fede tra gli uomini che imbarbariscono sempre di più!»; «Paolo, ancora non hai capito che stai incaponendoti a farti del male e a far del male a me? La tua forza è per un’altra causa, lascia perdere il tempio, che è un vecchiume!». Ma ricordate soprattutto il sogno di Gesù in quel sabato qualunque, quando entra in chiesa e gli fanno tutti posto, gli danno in mano i libri sacri e gli fanno fare pure fare la predica. E lui legge: «Lo Spirito del Signore è su di me, i poveri non devono più disperare, chi sta in galera ha l’amnistia, a chi si sente braccato dalle nefandezze che ha compiuto viene tolto ogni rimorso; chi non ci vede né capisce niente nella vita comincerà a vedere chiaro, non starà giorni interi con la depressione; chi si sente prigioniero di ricatti e non può più sopportare l’altro che vive con lui, troverà capacità di ribellarsi a forza di amare; chi non trova lavoro se cerca ancora lo avrà; il debole che nessuno difende, il bambino senza voce caduto nelle maglie del pedofilo, riuscirà a scappare; chi sente in cuore crescergli la malvagità, può sperare di cambiarla in bontà; chi trova gusto nel rubare, si sentirà male anche solo a toccare la roba degli altri; chi non vede che sesso sarà intenerito dall’amore; la prostituta riuscirà a liberarsi dal pappone…».

E Gesù continua così. La gente si stupisce, non sa più che pensare. I quattro giovani rimasti in fondo alla chiesa per non farsi coinvolgere si svegliano, vengono avanti senza accorgersi, qualcuno piange e sperimenta quello che ha sentito. Gesù chiude il libro e lo consegna e chiude la predica dicendo: «Oggi questa scrittura diventa realtà, questo non è più un sogno, ma vita vera. Io sono qui a realizzarlo e a testimoniarlo e a trascinarvi in questa avventura. Ci state?».

  1. Il decalogo del sognatore 
  1. Sogna più che puoi, se vuoi sentirti vivo e libero.
  2. Continua a sognare anche quando ti dicono: ti passerà.
  3. Distingui tra sogni e bisogni, perché altrimenti te li spengono con le risposte.
  4. I santi hanno intercettato i sogni di Dio: stanali.
  5. Per interpretare i sogni hai bisogno di aiuto: basta anche un vecchio prete …
  6. Difendi i tuoi sogni dalle lotterie e dagli oroscopi: te li bruciano.
  7. Se i tuoi sogni li vendi alla TV, sono telenovele.
  8. I sogni più belli sono fatti in stereo: con la parola di Dio e la tua agenda.
  9. Se sogni assieme ad altri, il sogno sta seminando speranza.
  10. Se nei tuoi sogni compare la croce, non cancellarli: ti svelano il volto di Dio e stanno diventando realtà.

Domenico Sigalini – presidente del COP

Tratto da Orientamenti Pastorali n.7-8(2024), EDB. Tutti i diritti riservati.