Della crisi della fede e della pratica religiosa si discute da tempo, mentre si moltiplicano le analisi e si cercano nuove vie pastorali per il futuro. Essa – come attestano i dati ma anche e soprattutto l’esperienza vissuta sul campo – riguarda soprattutto le nuove generazioni. I giovani sono sempre più drammaticamente assenti dall’universo cristiano e da tutto ciò che ruota attorno alla vita della Chiesa: lontani da una esplicita professione di fede e critici o disaffezionati riguardo all’appartenenza alla comunità cristiana, pur conservando spesso un senso spirituale e un desiderio di ricerca interiore. Una realtà, questa, che interroga e sfida il cristianesimo su un versante comprendente numerosi aspetti: dalla catechesi dell’iniziazione cristiana al volto di Dio che annunciamo, dallo stile di Chiesa ai linguaggi e, più in generale, tutto ciò che ha a che fare con la trasmissione della fede e con l’annuncio del vangelo.
1. In ascolto dei giovani e della loro esperienza di fede (Paola Bignardi)
Lo spaccato di vita giovanile in relazione alla fede cristiana manifesta alcune problematiche che, anche solo rispetto a qualche anno fa, si sono accentuate: la condizione di disagio circa l’appartenenza ecclesiale, il modo in cui la Chiesa si presenta, un’esperienza cristiana che spesso non soddisfa la sete di spiritualità, temi che restano controversi come la relazione tra fede, Chiesa e omosessualità. Le indagini rilevano che una certa spiritualità è presente come «viaggio» e ricerca di stabilità e che alcuni tra i giovani invocherebbero una Chiesa aperta, dialogante, calda, con celebrazioni meno noiose e una proposta di fede «amica» della vita.
2. Giovani e fede: quale volto di Dio? (Davide Arcangeli)
Chi inizia un percorso cristiano, affacciandosi nella Comunità cristiana, spesso rimane con la percezione di un’immagine di Dio dura, severa, legalista o moralista, lontana dalla vita e, perciò, fatica a coltivare un’adesione libera e gioiosa alla fede. Quale Dio cercano i giovani? Quale volto di Dio possiamo annunciare loro a partire da Gesù e dai vangeli?
3. Una fede «adulta». Linguaggi della fede e cultura contemporanea (Armando Matteo)
L’abbandono della pratica credente accade spesso all’inizio dell’adolescenza, laddove risulta difficile il passaggio da una fede «infantile» a una fede «adulta». Molti giovani avvertono che i linguaggi, le prassi, le proposte della fede siano cose «da bambini»: crescendo e studiando (la filosofia, la scienza o altro) non si ritrovano più. L’accompagnamento verso una fede adulta può essere fatto solo attraverso linguaggi capaci di fare i conti con la cultura del nostro tempo e di presentare una proposta all’altezza dei giovani di oggi, non più fiabesca o infantile.
4. «Sulla soglia»: per una nuova pastorale giovanile (Davide Banzato)
Nonostante il lodevole lavoro di questi ultimi anni, la pastorale giovanile sembra essere ancora pensata «ad intra», cioè per i giovani che sono già «dentro» e che hanno già un cammino di fede. Occorre intercettare, però, quelli che rimangono sulla soglia, quasi sul sagrato della Chiesa, i quali si pongono domande, cercano una via spirituale, attraversano crisi che vorrebbero decifrare. È possibile una pastorale giovanile «sul sagrato», situata in quello spazio tra l’esterno e l’interno di una Chiesa, caratterizzata dall’incontro, dall’attesa, dal dialogo e dalla capacità di ascoltare prima che dare risposte?
5. Giovani e fede, tra digitale e reale (Alberto Ravagnani)
I molteplici linguaggi dell’era digitale rappresentano la modalità principale della comunicazione giovanile. Anche la fede cristiana può e deve aprirsi a tali possibilità, ma essa ha anche bisogno di incarnarsi in esperienze reali, di essere e di fare «corpo», di sperimentare la prossimità e la condivisione attraverso la presenza. Come poter incrociare digitale e reale in un cammino pastorale rivolto ai giovani?
6. La formazione degli accompagnatori (Carlotta Ciarrapica)
L’attuale crisi di fede dell’universo giovanile invoca un cambiamento di paradigma pastorale; ma una pastorale che intercetta i giovani, li accompagna nel cammino, li aiuta nel discernimento e presenta loro il vero volto di Dio ha bisogno di accompagnatori non soltanto appassionati, ma anche formati alla scuola del vangelo, spiritualmente vivaci, teologicamente preparati. A che punto siamo con la formazione degli accompagnatori? Che fare?