Domenico Sigalini – Presidente del COP
Sveglio è il contrario di addormentato evidentemente, ma anche l’opposto di rassegnato, di persona che non si attiva per niente: sicuro nel suo posto, protetto, esecutore senza fantasia, adattato. Quel lavoratore che nessuno più vorrebbe in nessun posto. Perché? Perché non è un vero uomo, ma un automa, un pacco postale su cui sta scritta la destinazione, collocato su un nastro trasportatore; crede che la vita abbia un destino inesorabile e lui si adatta. Non riesce più a trarre da sé nessuno slancio, nessun guizzo, nessuna prospettiva. Ha perso la caratteristica più bella della sua umanità: la gioia di vivere. Ecco, questa persona che nessuno vorrebbe in una squadra o nella propria compagnia o nella propria scuola dovrebbe star bene nella vita cristiana?
Sì, perché la vita di fede ormai è diventata una routine senza sorprese, senza prospettive, del tutto insignificante per la vita. Una messa ogni tanto, dove non succede niente di nuovo; un matrimonio cui devi partecipare per far piacere agli amici; purtroppo, anche un funerale, che si spera non tocchi proprio i tuoi direttamente; una qualche bella festa, ma la vita è tutta un’altra. Nel lavoro devo inventarne una tutti i giorni, devo stare allerta per parare i colpi bassi di un licenziamento senza speranza; nel fidanzamento cerco di essere sempre una sorpresa, sono tutto teso a rendere felice e a conquistare; nello sport mi alleno con determinazione perché occorre essere sempre pronti.
E capita così anche nella vita di coppia. Perché a un certo punto non dice più niente? Perché ti sei adattato, l’hai fatta diventare un possesso invece che una ricerca. Ti ci sei seduto sopra da padrone invece di conquistarla sempre come un dono. Così è della fine della vita, della fine dei tempi. Non ti deve capitare addosso come una disperazione, non ti deve sorprendere nell’errata consapevolezza di non avere nessuno cui rispondere, ma devi aspettarla come un premio, come un ultimo grande dono. Sei una sentinella del mattino, non il becchino di un cimitero.
Quante nostre vite sono considerate spente perché siamo vecchi, perché viviamo di ricordi, perché ci lasciamo indurire il cuore, perché ci lasciamo seppellire nel passato!
C’è una bontà misericordiosa del nostro Dio su cui dobbiamo contare. È lui che fa da sole alle nostre tragiche nebbie, non è un rifrangente che ci lascia nella tensione e nell’insicurezza, non è una banale banda rumorosa che ci può indicare che stiamo uscendo di strada: è il sole che viene dall’alto. Non è un prodotto delle nostre aspirazioni, ma la sorgente della nostra speranza.
E sarà ancora lui a dirigere i nostri passi, sulla via della pace.