Gobilliard. RICONOSCERE: Pastorale? Senza tabù, “con” la persona. Abusi? Il “peccato” rivelato è un bene
Questi i messaggi di S.E. mons. Emmanuel Gobilliard, Vescovo titolare di Carpentras, Ausiliare di Lyon, Padre Sinodale eletto dalla Conferenza Episcopale di Francia, su quanto sta emergendo in questa prima fase del Sinodo: “Riconoscere” le situazioni dei giovani (Instrumentum laboris, I parte – La Chiesa in ascolto della realtà).
Si riconosce che Dio ci sta parlando attraverso il mondo giovanile. Siamo interpellati a cambiare il nostro agire, le nostre strutture: passare dallo stare “di fronte” all’altro, allo stare “con” l’altro. Un principio che ha ricadute su tutta la pastorale: non più una pastorale orientata alle folle, ma una pastorale fondata sulla relazione “vera”, interpersonale.
Occorre passare dal guardare l’altro come “aggettivo” all’altro come “sostantivo”, persona. Dobbiamo capire che siamo persone con identità complesse, e che Dio considera ciascuno nella totalità del suo essere. La salvezza di Cristo è per tutti, non ci sono categorie: tutti devono sentirsi chiamati e degni. Chi sono io per escludere qualcuno dal rapporto con Gesù? Il nostro modello è quello dell’accoglienza incondizionata di tutti, anche dei gay, dei transgender.
Circa gli abusi, direi che è un bene che il “peccato” sia stato rivelato. In tal modo le vittime possono essere considerate ed accompagnate nel loro “ricostruirsi”: questo è già un impegno.
I giovani aspettano una vera risposta sulla sessualità. La bellezza della sessualità che il Dio creatore ci ha dato, né si idealizza, e neppure si estremizza.