Scicluna. RICONOSCERE: nei circoli minori, pure il tema “abusi”. Le vittime hanno grande sete di verità e di giustizia. Lo “scandalo” allontana

Scicluna. RICONOSCERE: nei circoli minori, pure il tema “abusi”. Le vittime hanno grande sete di verità e di giustizia. Lo “scandalo” allontana

Questi i messaggi di S.E. Mons. Charles J. Scicluna, Arcivescovo di Malta (Malta), Padre Sinodale eletto dalla Conferenza Episcopale di Malta, sulla questione degli “abusi”, emersa nella prima fase del Sinodo: “Riconoscere” le situazioni dei giovani (Instrumentum laboris, I parte – La Chiesa in ascolto della realtà).

 

In questa fase del “Riconoscere” non poteva non essere evidenziato il n. 66 dell’Instrumentum laboris, in cui si legge: «Alcuni (giovani), anzi, chiedono espressamente di essere lasciati in pace, poiché sentono la presenza (della Chiesa) come fastidiosa e perfino irritante. Tale richiesta non nasce da un disprezzo acritico e impulsivo, ma affonda le sue radici anche in ragioni serie e rispettabili: gli scandali sessuali ed economici, su cui i giovani chiedono alla Chiesa di rafforzare la sua politica di tolleranza zero contro gli abusi sessuali all’interno delle proprie istituzioni». Insomma, la Chiesa non è una casa sicura.

La piaga della pedofilia, non è un problema legato ad una certa parte del mondo in particolare: è una leggenda che va sfatata. Certo, esistono modi diversi di affrontare la questione nelle varie parti del mondo. In alcuni Paesi prevale la vergogna, in altri la paura. Dobbiamo dare più potere alle nostre comunità perché gli abusi vengano rivelati e affinché si combatta il clericalismo come perversione che nutre gli abusi nella Chiesa e alla base del quale c’è una perversione del ministero, inteso più come potere che come servizio. Di qui la necessità di lavorare sul versante della formazione e selezione del clero e sul terreno della collaborazione con le autorità civili, ma soprattutto bisogna dare maggior potere alle nostre comunità per dare risposte più efficaci.

Cosa direi ai giovani che sono stati vittima di abusi? Anzitutto, piangerei con loro, come mi è capitato molte volte. Il silenzio e il pianto sono la prima risposta, ma poi bisogna puntare alla verità e alla giustizia, che non sono incompatibili con la misericordia. La misericordia è vuota, se non è orientata alla verità e alla giustizia.Quando parlo con le vittime degli abusi trovo una grande sete di verità e di giustizia. Il mio privilegio è cercare di far capire alla Chiesa qual è la verità, e dare giustizia, che spesso ha tempi un po’ esagerati. Ma c’è anche una responsabilità civile che bisogna rispettare: se c’è un delitto civile, bisogna anche rispettare la legislazione civile. Chi è colpevole deve sottostare alle conseguenze delle sue azioni.

 

 

 

 

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