Questo argomento contiene 4 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da don Giacomo Ruggeri 6 anni, 1 mese fa.
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14 Ottobre 2018 alle 20:03#1121
“ABITARE BENE” Internet e i social – DISCERNERE: riconoscere, interpretare, scegliere
Grazie per aver “cliccato” su questo laboratorio, e per il desiderio di camminare sulle orme dei Padri sinodali. Si osserva che i laboratori nelle quattro stanze, pur avendo stesso titolo e contenuto, differiscono in alcune domande rendendo così “specifica” la riflessione e la risposta.
La cronaca del cammino sinodale
«Il tema della cultura digitale come parte integrante della cultura dei giovani è molto presente nelle relazioni […], insieme alla raccomandazione di tener conto, nello stesso tempo, “dei moltissimi giovani che nel mondo non hanno accesso a Internet”. Altro fenomeno di cui tener conto è quello […] della “migrazione digitale”, in virtù della quale i giovani sono spinti dall’influenza crescente di Internet e dei social media nelle loro vite a “migrare” virtualmente dalla loro famiglia e dai valori culturali e religiosi di provenienza, con il conseguente effetto di “spaesamento” e di perdita delle proprie radici».(Fonte: SIR, 9 ottobre 2018, M. Michela Nicolais, Sinodo 2018: abusi, sessualità, migranti e “cultura del digitale” tra i temi della prima settimana)
La questione
Quale grado di consapevolezza avverti sia delle potenzialità della Rete, sia delle dinamiche in essa presenti che piano piano potrebbero incidere sul tuo modo di pensare e di agire? Nel tuo abitare la Rete hai mai pensato all’importanza di fare discernimento (riconoscere, interpretare, scegliere)? La Chiesa ha ragione di inserirsi nell’approfondimento di questa tematica? Perchè? Se “Sì”, come?
Contenuti “digitali” di utilità
Trailer in italiano del film “I segreti della mente” (Chatroom) di Hideo Nakata, 2010.
Invito alla lettura
«Discernere (riconoscere, interpretare e scegliere) è un verbo che dovrebbe entrare sempre più a far parte sia della vita delle persone sia della progettazione pastorale. Un termine che va riscoperto pure in ambito ecclesiale. Ogni persona – qualsiasi – durante la giornata è posta davanti a scelte e decisioni che richiedono riflessione, comprensione, consapevolezza, conoscenza, saper distinguere e nominare. Sono questi i passaggi previ a ogni tipo di scelta, ma che sovente non sono esercitati perchè poco conosciuti e ritenuti passi faticosi, impegnativi. Eppure, è qui il cuore per discernere. Anche per le dinamiche digitali, e ogni volta che accendo lo smartphone, è quanto mai prezioso l’esercizio di saper discernere la propria presenza in rete, le relazioni che si intessono, le dinamiche che mutano radicalmente il pensare, il credere, il vivere. Discernere nel digitale significa non limitarsi ad abitare la rete, ma saper maturare una profonda consapevolezza dei mutamenti creati dalla rete e dai social nel mio modo di pensare, vivere, credere, sperare. Se penso di conoscere Internet, Internet mi conosce molto più di quanto penso. La rete è più intima a me di me stesso. Sa capire i desideri e li trasforma in bisogni (spesso incontrollabili, ossessivi, ripetitivi). Nel mio navigare in rete sono sempre “accompagnato da un occhio che mi osserva” per carpire pensieri, sentimenti, paure, illusioni, rabbia e trasformarli in potere restituito nelle mie mani con il tocco di un clic. Esercitare il discernimento, pertanto, è una via per mantenere anima e mente, cuore e intelligenza bonificati da istinto, perchè la rete digitale sa bene come parlare alla pancia del navigatore e nutrirla».
(Cfr. Giacomo Ruggeri, in Prete in clergyphone, Il pozzo di Giacobbe, 2018 – Leggi la PREFAZIONE del prof. Pier Cesare Rivoltella, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)
Il metodo
Si consiglia di far proprio lo spirito dell’invito rivolto da papa Francesco ai Padri in apertura dei lavori sinodali, sia per la riflessione personale mentre si fruisce dei contenuti “digitali” sia durante il dialogo in gruppo: «durante i lavori, in assemblea plenaria e nei gruppi, ogni 5 interventi si osservi un momento di silenzio – circa tre minuti – per permettere ad ognuno di prestare attenzione alle risonanze che le cose ascoltate suscitano nel suo cuore, per andare in profondità e cogliere ciò che colpisce di più».
La risposta
Invitiamo a postare una risposta con i linguaggi della cultura digitale che riterrete opportuni. Potrete anche suggerire altri contenuti “digitali” per la riflessione: di certo, risulteranno utili agli altri utilizzatori della piattaforma, e permetteranno a generazioni diverse di conoscersi meglio.
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19 Ottobre 2018 alle 14:37#1152
È importante “fare discernimento”. Ma nel fare discernimento bisogna avere conoscenza a livello scientifico della situazione di volta in volta presa in considerazione, perchè solo così e solo allora, con scienza e con coscienza, si è nella possibilità di discernere. Quindi bisogna avere degli educatori, persone che ci portino cioè a conoscere oggettivamente l’utilità di questi strumenti (internet e i social), per darci conseguentemente la possibilità di saperli utulizzare per il bene. In caso contraro gli stessi strumenti, oggettivamente utili, potrebbero essere un danno che si crea alla persona e al creato.
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20 Ottobre 2018 alle 14:09#1163
Carissimi giovani del gruppo della Parrocchia San Giovanni in Platea in Venafro, grazie per il vostro contributo di riflessione al forum. Avete toccato un punto molto importante nella pastorale diocesana, parrocchiale, associativa: “educatori che ci portino a conoscere oggettivamente”. La conoscenza tecnica e, come voi dite, anche scientifica è la base per muoversi. Come a dire: ho la macchina ma devo conoscere tutte le sue potenzialità, altrimenti se mi premo troppo l’acceleratore mi faccio male e ne faccio ad altri. La conoscenza tecnica, nel contempo, credo che debba camminare parallelamente all’esercizio diretto del discernere ogni volta che entro in rete nel mio profilo, in quello degli altri. E’ importante, in tutto ciò, chiedermi quali siano i criteri che mi guidano nel navigare in rete. I criteri sono come il volante della macchina: dipende dalle mie mani che l’orientano. Per questo, ritengo utile, avviare un percorso in parrocchia come gruppo giovani sui quali sono i criteri del discernimento, una persona che vi parli del discernimento soprattutto dal punto di vista esperienziale (e non solo nei contenuti, anch’essi importanti). Il discernimento è come lo scarpone di montagna: ci vuole un piede che lo calzi, lo sudi, lo lavori, lo affatichi, lo gusti, lo alleni. Il discernimento è allenamento. Buon cammino ragazzi a voi e ai vostri educatori.
don Giacomo Ruggeri, guida di Esercizi spirituali, formazione permanente del clero diocesi di Pordenone (Friuli)
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31 Ottobre 2018 alle 0:47#1325
Senza che aggiriamo troppo il problema, è così. Siamo attratti e sedotti dal web. Le nostre azioni e le nostre parole sono sempre più legate alla nostra vita virtuale, anziché a quella reale.
Oramai il cellulare viene lasciato perennemente connesso ad Internet, consentendo così ad una mole indescrivibile di messaggi di arrivare sul nostro smartphone. Messaggi che a nostro parere ci paralizzano, ci opprimono, rendendoci meno efficaci e attenti nelle relazioni reali. Non ci fissiamo più negli occhi quando parliamo perché nel frattempo dobbiamo leggere di sfuggita uno dei tanti messaggi whatsapp che ogni giorno inondano prepotentemente la memoria del nostro telefono. Il mondo virtuale è un sistema complesso e pieno di insidie, che solo un buon discernimento può mantenerci sani nella mente e nel cuore.Il problema è che non sappiamo utilizzare la potente arma del discernimento nella vita reale, figuriamoci in un mondo fantastico, pieno di attraenti miraggi come lo è il web. Purtroppo non siamo dei lettori attenti. É il web che ci trasmette questa frenesia di aprire e chiudere velocemente finestre. Non abbiamo più la cultura della pazienza e dei tempi. Se Internet tarda ad aprirci una pagina web, subito torniamo sulla schermata whatsapp per controllare nel frattempo l’arrivo di qualche nuovo messaggio.
Reputiamo necessario ed esigiamo che la Chiesa si adegui ai tempi, e venga ad abitare anch’essa in maniera decisiva il web, via indispensabile per dialogare con le generazioni presenti e future.
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31 Ottobre 2018 alle 9:47#1326
Grazie ragazzi della vostra riflessione nuda e cruda! Voglio riprendere una vostra espressione: “non sappiamo utilizzare la potente arma del discernimento nella vita reale“.
Iniziare ad attrezzarvi, personalmente e di gruppo, nel vivere alcuni passi del discernimento durante le giornata, partendo dalle piccole cose, scelte, decisioni. E’ come il fisioterapista che dice: iniziamo da questa parte del corpo a rimetterla in movimento e poi passiamo al resto.
A provarci fa solo che bene. Dai, non rinunciateci!! Con i primi frutti se ne gusta il desiderio di continuare. Vi appoggio e vi incoraggio. a presto, ciaodon Giacomo Ruggeri, guida di Esercizi spirituali, formazione, diocesi di Pordenone
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