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14 Ottobre 2018 alle 20:23#1124
“ABITARE BENE” Internet e i social – DISCERNERE: riconoscere, interpretare, scegliere
Grazie per aver “cliccato” su questo laboratorio, e per il desiderio di camminare sulle orme dei Padri sinodali. Si osserva che i laboratori nelle quattro stanze, pur avendo stesso titolo e contenuto, differiscono in alcune domande rendendo così “specifica” la riflessione e la risposta.
La cronaca del cammino sinodale
«Il tema della cultura digitale come parte integrante della cultura dei giovani è molto presente nelle relazioni […], insieme alla raccomandazione di tener conto, nello stesso tempo, “dei moltissimi giovani che nel mondo non hanno accesso a Internet”. Altro fenomeno di cui tener conto è quello […] della “migrazione digitale”, in virtù della quale i giovani sono spinti dall’influenza crescente di Internet e dei social media nelle loro vite a “migrare” virtualmente dalla loro famiglia e dai valori culturali e religiosi di provenienza, con il conseguente effetto di “spaesamento” e di perdita delle proprie radici».(Fonte: SIR, 9 ottobre 2018, M. Michela Nicolais, Sinodo 2018: abusi, sessualità, migranti e “cultura del digitale” tra i temi della prima settimana)
La questione
Quale grado di consapevolezza avverti sia delle potenzialità della Rete, sia delle dinamiche in essa presenti che piano piano potrebbero incidere sul tuo modo di pensare e di agire? Nel tuo abitare la Rete hai mai pensato all’importanza di fare discernimento (riconoscere, interpretare, scegliere)? In parrocchia si riflette e si approfondisce la relazione tra il discernimento e le dinamiche di Internet, social network? Conosci i reati penali nei quali si può incorrere per un un uso disordinato delle relazioni nel digitale? Che ricadute può avere tutta questa questione nella realtà della pastorale giovanile?
Contenuti “digitali” di utilità
Trailer in italiano del film “I segreti della mente” (Chatroom) di Hideo Nakata, 2010.
Invito alla lettura
«Discernere (riconoscere, interpretare e scegliere) è un verbo che dovrebbe entrare sempre più a far parte sia della vita delle persone sia della progettazione pastorale. Un termine che va riscoperto pure in ambito ecclesiale. Ogni persona – qualsiasi – durante la giornata è posta davanti a scelte e decisioni che richiedono riflessione, comprensione, consapevolezza, conoscenza, saper distinguere e nominare. Sono questi i passaggi previ a ogni tipo di scelta, ma che sovente non sono esercitati perchè poco conosciuti e ritenuti passi faticosi, impegnativi. Eppure, è qui il cuore per discernere. Anche per le dinamiche digitali, e ogni volta che accendo lo smartphone, è quanto mai prezioso l’esercizio di saper discernere la propria presenza in rete, le relazioni che si intessono, le dinamiche che mutano radicalmente il pensare, il credere, il vivere. Discernere nel digitale significa non limitarsi ad abitare la rete, ma saper maturare una profonda consapevolezza dei mutamenti creati dalla rete e dai social nel mio modo di pensare, vivere, credere, sperare. Se penso di conoscere Internet, Internet mi conosce molto più di quanto penso. La rete è più intima a me di me stesso. Sa capire i desideri e li trasforma in bisogni (spesso incontrollabili, ossessivi, ripetitivi). Nel mio navigare in rete sono sempre “accompagnato da un occhio che mi osserva” per carpire pensieri, sentimenti, paure, illusioni, rabbia e trasformarli in potere restituito nelle mie mani con il tocco di un clic. Esercitare il discernimento, pertanto, è una via per mantenere anima e mente, cuore e intelligenza bonificati da istinto, perchè la rete digitale sa bene come parlare alla pancia del navigatore e nutrirla».
(Cfr. Giacomo Ruggeri, in Prete in clergyphone, Il pozzo di Giacobbe, 2018 – Leggi la PREFAZIONE del prof. Pier Cesare Rivoltella, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)
Il metodo
Si consiglia di far proprio lo spirito dell’invito rivolto da papa Francesco ai Padri in apertura dei lavori sinodali, per la riflessione personale mentre si fruisce dei contenuti “digitali”: «durante i lavori, in assemblea plenaria e nei gruppi, ogni 5 interventi si osservi un momento di silenzio – circa tre minuti – per permettere ad ognuno di prestare attenzione alle risonanze che le cose ascoltate suscitano nel suo cuore, per andare in profondità e cogliere ciò che colpisce di più».
La risposta
Invitiamo a postare una risposta con i linguaggi della cultura digitale che riterrai opportuni. Potrai anche suggerire altri contenuti “digitali” per la riflessione: di certo, risulteranno utili agli altri utilizzatori della piattaforma, e permetteranno a generazioni diverse di conoscersi meglio.”
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