Questo argomento contiene 2 risposte, ha 3 partecipanti, ed è stato aggiornato da Responsabile Laico del Servizio di Pastorale Giovanile - Diocesi Sora Cassino Aquino Pontecorvo 5 anni, 6 mesi fa.
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31 Marzo 2019 alle 14:37#1339
#CAMBIAMENTO
Grazie per aver cliccato su questo laboratorio, e per il desiderio di camminare sulle orme della Chiesa di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo. E’ opportuno dare una prima risposta alla seguente traccia e poi iniziare a dialogare con altri gruppi, e partecipanti a questo laboratorio, pensato da Fortunato Ammendolia, dopo la puntata in diretta video streaming di venerdì 15 marzo 2019, del programma #ParlaGiovane.
Il messaggio
In questa seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci fa contemplare l’evento della Trasfigurazione, nel quale Gesù concede ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni di pregustare la gloria della Risurrezione: uno squarcio di cielo sulla terra. L’evangelista Luca (cfr 9,28-36) ci mostra Gesù trasfigurato sul monte, che è il luogo della luce, simbolo affascinante della singolare esperienza riservata ai tre discepoli. Essi salgono col Maestro sulla montagna, lo vedono immergersi in preghiera, e a un certo punto «il suo volto cambiò d’aspetto» (v. 29). Abituati a vederlo quotidianamente nella semplice sembianza della sua umanità, di fronte a quel nuovo splendore, che avvolge anche tutta la sua persona, rimangono stupiti. E accanto a Gesù appaiono Mosè ed Elia, che parlano con Lui del suo prossimo “esodo”, cioè della sua Pasqua di morte e risurrezione. È un anticipo della Pasqua. Allora Pietro esclama: «Maestro, è bello per noi essere qui» (v. 33). Vorrebbe che quel momento di grazia non finisse più!
La Trasfigurazione si compie in un momento ben preciso della missione di Cristo, cioè dopo che Lui ha confidato ai discepoli di dover «soffrire molto, […] venire ucciso e risuscitare il terzo giorno» (v. 21). Gesù sa che loro non accettano questa realtà – la realtà della croce, la realtà della morte di Gesù –, e allora vuole prepararli a sopportare lo scandalo della passione e della morte di croce, perché sappiano che questa è la via attraverso la quale il Padre celeste farà giungere alla gloria il suo Figlio, risuscitandolo dai morti. E questa sarà anche la via dei discepoli: nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena. Ognuno di noi, ha la propria croce. Il Signore ci fa vedere la fine di questo percorso che è la Risurrezione, la bellezza, portando la propria croce. Dunque, la Trasfigurazione di Cristo ci mostra la prospettiva cristiana della sofferenza. Non è un sadomasochismo la sofferenza: essa è un passaggio necessario ma transitorio. Il punto di arrivo a cui siamo chiamati è luminoso come il volto di Cristo trasfigurato: in Lui è la salvezza, la beatitudine, la luce, l’amore di Dio senza limiti. Mostrando così la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua.
In questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù! Ma in che modo? Con la preghiera. Saliamo al monte con la preghiera: la preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita. Infatti l’Evangelista Luca insiste sul fatto che Gesù si trasfigurò «mentre pregava» (v. 29).
Francesco, Angelus, 17 marzo 2019
I contenuti digitali
Amara – Credo – 2015 – Sanremo 2015
La questione
Il volto trasfigurato di Gesù indica una meta, un “oltre” questa vita terrena, dove “Dio asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido né fatica, perché le cose di prima son passate” (cf. Ap 21,4).
- Quale idea hai di Dio e cosa contribuisce ad alimentarla? Cosa c’è oltre la morte di un uomo?
- La preghiera, la celebrazione domenicale o la religiosità popolare come luoghi per lasciarsi avvolgere dalla luce del Risorto, a partire dalle “difficoltà”: qual è la tua esperienza?
- Può un corpo “corruttibile” riflettere – irradiare l’amore e la luce di Cristo? Narrare qualche storia dalla propria quotidianità, dal proprio territorio.
- Nel continente digitale quale esperienza di “trasfigurazione” si può trovare / proporre?
Il metodo di lavoro
Si consiglia di far proprio lo spirito dell’invito rivolto da papa Francesco ai Padri in apertura dei lavori sinodali, nel fruire dei contenuti proposti in questo laboratorio: «durante i lavori, in assemblea plenaria e nei gruppi, ogni 5 interventi si osservi un momento di silenzio circa tre minuti per permettere ad ognuno di prestare attenzione alle risonanze che le cose ascoltate suscitano nel suo cuore, per andare in profondità e cogliere ciò che colpisce di più». Sarà il moderatore a definire quando osservare il silenzio di circa tre minuti per l’interiorizzazione.
La risposta
Invitiamo a postare una risposta che tenga conto delle “differenze” di pensiero, con i linguaggi della cultura “digitale” che riterrete opportuni. Potrete anche suggerire altri contenuti “digitali” per la riflessione: di certo, risulteranno utili agli altri utilizzatori della piattaforma, e permetteranno a generazioni diverse di conoscersi meglio.
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7 Aprile 2019 alle 20:19#1342
Cambiamento è una parola bellissima. Non sempre l’uomo si incammina sulla strada giusta, non sempre orienta i suoi passi verso Dio. Ma il Signore è sempre lì, è l’unico che crede in noi fino in fondo, fino all’ultimo respiro. E’ un po’ come la figura del padre nella parabola del figliol prodigo; nonostante il figlio secondogenito abbia scelto una strada sbagliata, al suo ritorno lo ha accolto a braccia aperte e ha fatto uccidere il vitello grasso per festeggiare.
Tra noi giovani, nel nostro breve cammino di vita, possiamo affermare di aver subito dei cambiamenti. Nonostante gli uomini di questa terra siano fatti di “corpi corruttibili”, sono ancora capaci di irradiare la luce di Cristo. All’interno della nostra parrocchia abbiamo avuto e abbiamo tuttora grandi esempi di vita cristiana che ci hanno spronato sempre a scegliere le vie di Cristo e di servire con coraggio e gratuità tutte le esigenze della parrocchia: dal canto al servizio all’altare, dalle collette alimentari alla preparazione del presepe e dell’altare della reposizione.
Il continente digitale è un potenziale luogo dove la luce di Cristo può penetrare ancor più facilmente tutte le case del mondo. In questo momento storico, la Chiesa non ha ancora preso decisamente piede all’interno di questo nuovo mondo ed è un vero problema. I giovani di oggi vivono la maggior parte del loro tempo sui social, prendendo come esempio da seguire figure poco sane, che li allontanano dalla vera felicità che solo Cristo Gesù è in grado di donare.
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13 Maggio 2019 alle 20:14#1349Responsabile Laico del Servizio di Pastorale Giovanile - Diocesi Sora Cassino Aquino PontecorvoPartecipante
Della bella riflessione scritta, vorrei che ci soffermassimo sull’aspetto piú interessante che avete scritto, ovvero che avete nella vostra parrocchia esempi di vita cristiana da seguire …. Proprio in antitesi con le figure poco sane che vengono seguite spesso nel digitale?
Come si puó invertire questa tendenza? E mi chiedo, vi chiedo, nelle altre parrocchie avete altri esempi di vita cristiana?
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AutorePost
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