Questo argomento contiene 7 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da don Giacomo Ruggeri 6 anni, 1 mese fa.
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8 Ottobre 2018 alle 3:13#905
Saper “ASCOLTARE”
Grazie per aver “cliccato” su questo laboratorio, e per il desiderio di mettervi in cammino insieme con la vostra guida, sulle orme dei Padri sinodali.
La cronaca del cammino sinodale
«Si ha la netta sensazione che questa XV Assemblea ordinaria sia come la richiesta di una duplice e reciproca apertura di credito. Da un lato rivolta a tutta la Chiesa verso i giovani, in quanto portatori di sogni, di visioni, di speranza, in una parola di futuro. E dall’altro ai giovani verso la Chiesa, affinché scommettano «su di essa come madre, come maestra, come casa, come famiglia, capace nonostante le debolezze umane, di annunciare ancora l’intramontabile messaggio di Cristo. Un appello, insomma, a ridurre lo spread di “pregiudizi e stereotipi”».
(Fonte: Avvenire, 4 ottobre 2018, M. Muolo, Tempo d’ascolto e d’«investimento». La Chiesa, i giovani, gli adulti: fiducia e valori)
La questione
Cosa significa “ascoltare”? In quali modi si può “ascoltare”? Sei capace di “ascoltare”? In quali luoghi la Chiesa è chiamata ad “ascoltare”? Ti senti “ascoltato” dal mondo adulto e dalla tua comunità parrocchiale?
Contenuti “digitali” di utilità
Audio stream, da “L’arte di ascoltare”, di Plutarco
Video stream da “Chocolat”, Lasse Hallström, 2000
Il metodo
Si consiglia di far proprio lo spirito dell’invito rivolto da papa Francesco ai Padri in apertura dei lavori sinodali, adattandolo al gruppo: «durante i lavori, in assemblea plenaria e nei gruppi, ogni 5 interventi si osservi un momento di silenzio – circa tre minuti – per permettere ad ognuno di prestare attenzione alle risonanze che le cose ascoltate suscitano nel suo cuore, per andare in profondità e cogliere ciò che colpisce di più».
La risposta
Invitiamo a postare una risposta che tenga conto delle “differenze” di pensiero, con i linguaggi della cultura digitale che riterrete opportuni. Potrete anche suggerire altri contenuti “digitali” per la riflessione: di certo, risulteranno utili agli altri utilizzatori della piattaforma, e permetteranno a generazioni diverse di conoscersi meglio.
- Questo argomento è stato modificato 6 anni, 1 mese fa da amministratore.
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9 Ottobre 2018 alle 21:22#989
Se si riesce a fare silenzio dentro di sé allora ci si apre all’ascolto degli altri e delle proprie vere emozioni. Si riesce a percepire quale differenza c’è tra se stessi e le persone che sono a fianco a noi. A volte perdiamo quel silenzio ed allora gli altri sono un pericolo e quindi ci manca la capacità di ascoltare.
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17 Ottobre 2018 alle 6:38#1125
Ascoltare è come accogliere: cioè fare spazio all’altro dentro i tuoi spazi vitali, interiori, profondi, pure spirituali e nello stesso tempo custodire e accrescere il proprio star bene , la propria stessa felicità in relazione con gli altri che ti arricchiscono di quello che essi sono. Non è certo appena udire e far passare da un orecchio all’altro lasciando ambedue senza cambiamento e senza felicità
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19 Ottobre 2018 alle 14:26#1151
Per “ascoltare” bisogna innanzitutto considerare chi abbiamo di fronte. Ascolto la natura? Lo scorrere delle acque di un fiume? Il canto di un uccello? Lo scroscio della pioggia? L’abbaiare di un cane? Questo primo tipo di ascolto non mi rivela un “tu”. Ma mi richede di fare silenzio per essere io coinvolto dal fenomeno naturale che sto ascoltando. Vi è però un secondo modo di ascoltare: quello che avviene quando abbiamo davanti a noi una persona. In questo caso siamo chiamati a saperci relazionare. C’è un “tu” che si propone al mio “io”. Il mio silenzio consiste nel saper accogliere questa persona e mi è richiesto che io sappia mettermi in relazione con lei. Nel momento dell’accoglienza dell’altro subentra la mia capacità di fare silenzio in me, affinchè riesca poi a scoprire effettivamente l’altro. Vi è anche un terzo tipo di ascolto: quello dell’uomo capace di aprirsi al trascendente, guidato sempre però da un Dio che si propone e parla. E a quel punto il mio silenzio diventa una risposta.
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19 Ottobre 2018 alle 21:09#1154
https://www.youtube.com/watch?v=whxxX-YI1vA
L’ascolto ci pone in una situazione di apertura del cuore verso gli altri; insieme agli altri possiamo tracciare un nuovo cammino e costruire un mondo nuovo ed una vita nuova.
A Giugno nella nostra città c’è un meraviglioso evento, L’infiorata, dove il nostro gruppo ha partecipato con grande entusiasmo;
quest’anno con una novità , il progetto andava nella direzione del Sinodo, proprio nella direzione dell’ascolto.
Il progetto, ideato da un nostro giovane ingegnere, mostrava in primo piano un cuore che indossava delle cuffie e che si connetteva con il mondo e la frase che intitolava il lavoro era :
Donami un cuore che possa ascoltare il mondo
Il nostro cuore è fatto per ascoltare !
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20 Ottobre 2018 alle 14:31#1165
I punti toccati dal gruppo giovani della parrocchia S. Giovanni in Platea e della corale di parrocchia di S. Ciro credo che siano convergenti, perchè fa emergere l’attuale assenza del silenzio e la fame di silenzio di cui tutti abbiamo bisogno. Sia nella natura, sia nel cuore con le cuffie sono necessariamente coinvolto, chiamato in causa. Uno dei frutti del Sinodo a livello locale e territoriale sia quello di aiutarci e aiutare le persone nel vedersi riconsegnare ciò che hanno perso e non lo cercano più: ascolto e silenzio.
don Giacomo Ruggeri, guida di Esercizi spirituali, formazione permanente del clero, diocesi di Pordenone
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27 Ottobre 2018 alle 1:25#1255
“Non siamo più in grado di quietare”. Così scriveva Plutarco quasi duemila anni fa in uno dei suoi scritti.
Durante questo primo incontro è emerso che non risulta affatto banale ascoltare chi ci è di fronte, poiché siamo sempre troppo distratti. Peraltro non riusciamo nemmeno più ad ascoltare noi stessi. Abbiamo il timore di quietare e sentire divampare nella nostra mente quella strabiliante vocina alla quale non è possibile sottrarsi.
La Chiesa, che esprime la sua figura materna attraverso la parrocchia, non sempre riesce ad ascoltare i suoi figli. Molto spesso si lascia trascinare dal pettegolezzo, dalla pigrizia, e ascolta in modo passivo, lasciando i giovani completamente disorientati.
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27 Ottobre 2018 alle 15:59#1295
Ciao ragazzi del gruppo giovani della Parrocchia di S. Margherita in Roccasecca. Avete realizzato e postato un selfie sinodale!! Motivo in più per ringraziarvi della vostra riflessione, perchè avete toccato un punto dolente: “La Chiesa non sempre riesce ad ascoltare i suoi figli“. E’ vero, girarci attorno non serve, avete ragione. Però, due parole sono una ferritoia di luce: “non sempre“. Segno che lo avete sperimentato e gioito. C’è la parrocchia e il prete che ci riesce e la parrocchia e il prete che, per molteplici motivi, fa più fatica. Ebbene: con entrambe, dalla mia esperienza di parroco negli anni passati, vi posso dire che ogni situazione è un opportunità e una possibilità. Non rinunciate quando vi sentire rispondere picche. Sappiate trovare vie inedite perchè la parrocchia, e la relazione con il don, sia motivo inedito di speranza per tutti. Il Sinodo sta per chiudersi? No, il Sinodo entra ora nel vivo della vita quotidiana e della sua declinazione giorno dopo giorno. Siate fantasiosi nel tradurre il Sinodo nella storia della vostra parrocchia e del vostro gruppo. Saggezza e umiltà del contadino vi aiutino a perseverare nel bene, sempre. E quando fate più fatica, datevi una sosta sotto la croce, ascoltate e ripartite. Un saluto al vostro don e a tutti voi, buon cammino.
don Giacomo Ruggeri, guida di Esercizi spirituali, formazione permanente diocesi di Pordenone (Friuli)
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