Questo argomento contiene 1 risposta, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da Pontificio Collegio Leoniano 6 anni, 1 mese fa.
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8 Ottobre 2018 alle 3:37#908
Saper “ASCOLTARE”
Grazie per aver “cliccato” su questo laboratorio, e per il desiderio di mettervi in cammino insieme con la vostra guida, sulle orme dei Padri sinodali.
La cronaca del cammino sinodale
«Si ha la netta sensazione che questa XV Assemblea ordinaria sia come la richiesta di una duplice e reciproca apertura di credito. Da un lato rivolta a tutta la Chiesa verso i giovani, in quanto portatori di sogni, di visioni, di speranza, in una parola di futuro. E dall’altro ai giovani verso la Chiesa, affinché scommettano «su di essa come madre, come maestra, come casa, come famiglia, capace nonostante le debolezze umane, di annunciare ancora l’intramontabile messaggio di Cristo. Un appello, insomma, a ridurre lo spread di “pregiudizi e stereotipi”».
(Fonte: Avvenire, 4 ottobre 2018, M. Muolo, Tempo d’ascolto e d’«investimento». La Chiesa, i giovani, gli adulti: fiducia e valori)
La questione
Cosa significa “ascoltare”? In quali modi si può “ascoltare”? Sei capace di “ascoltare”? In quali luoghi la Chiesa è chiamata ad “ascoltare”? Ti senti “ascoltato” dal mondo adulto – in particolare dai tuoi formatori e “compagni” di seminario – e dalla tua comunità parrocchiale?
Contenuti “digitali” di utilità
Audio stream, da “L’arte di ascoltare”, di Plutarco
Video stream da “Chocolat”, Lasse Hallström, 2000
Il metodo
Si consiglia di far proprio lo spirito dell’invito rivolto da papa Francesco ai Padri in apertura dei lavori sinodali, adattandolo al gruppo: «durante i lavori, in assemblea plenaria e nei gruppi, ogni 5 interventi si osservi un momento di silenzio – circa tre minuti – per permettere ad ognuno di prestare attenzione alle risonanze che le cose ascoltate suscitano nel suo cuore, per andare in profondità e cogliere ciò che colpisce di più».
La risposta
Invitiamo a postare una risposta che tenga conto delle “differenze” di pensiero, con i linguaggi della cultura digitale che riterrete opportuni. Potrete anche suggerire altri contenuti “digitali” per la riflessione: di certo, risulteranno utili agli altri utilizzatori della piattaforma, e permetteranno a generazioni diverse di conoscersi meglio.
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19 Ottobre 2018 alle 23:02#1155
Ascoltare nel senso più puro del termine sia “esserci per l’altro”, a prescindere da competenze tecniche che possono caratterizzare figure deputate tradizionalmente all’ascolto come lo psicologo.
Implica la volontà di accogliere l’altro, conoscerlo, essere disponibile, riconoscere che di fronte hai “qualcuno”.
L’ascolto coinvolge tutta la persona. Si ascolta con le orecchie chi sta parlando, ma si ascolta anche da lontano, osservando, con sensazioni e sintomi corporei, piacevoli o spiacevoli che siano. La persona ascolta nella sua interezza.
Siamo stati educati all’ascolto in famiglia e negli ambienti in cui siamo cresciuti.
Ciascuno di noi fa parte della Chiesa e ogni membro è chiamato ad ascoltare: in famiglia, a lavoro, nel tempo libero e nei luoghi più specifici di ascolto cristiano che possono essere l’oratorio, uno sportello di ascolto. Il cristiano non deve smettere mai di ascoltare…
Non abbiamo avuto esperienze negative a causa della mancanza di ascolto. Ci siamo sentiti ascoltati in famiglia e dai formatori del seminario.
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