Pier Giuseppe ACCORNERO – sacerdote, giornalista, scrittore

Una suora sottosegretaria del Sinodo dei vescovi. Altro passo avanti di papa Francesco nella valorizzazione delle donne ai piani alti della Chiesa. Progresso tanto più significativo perché la sottosegretaria ha diritto di voto con gli altri vescovi.

Il 6 febbraio 2021 nomina due sottosegretari: padre Luis Marín de San Martín, che diventa vescovo, e la religiosa saveriana Nathalie Becquart, nata nel 1969 in Francia, diplomata all’École des hautes études commerciales di Parigi; studia filosofia e teologia, sociologia ed ecclesiologia con una ricerca sulla sinodalità al Boston College School of Theology and Ministry. Tra le Saveriane ricopre diversi incarichi in Francia: direttore spirituale della «Rete della gioventù ignaziana»; coordinatore nazionale del programma di scoutismo per i giovani delle zone urbane povere e multiculturali; direttore del Servizio per l’evangelizzazione dei giovani e per le vocazioni della Conferenza episcopale. Nel 2016 collabora al Sinodo sui giovani. Nel maggio 2019 Francesco la nomina consultore della Segreteria generale del Sinodo. Per suor Becquart la scelta è «un segno di fiducia per le donne» ed è «una chiamata al servizio». Dice che la nomina «si unisce a una chiamata interiore che sento da parecchi anni a mettermi al servizio della sinodalità», rafforzata dall’esperienza del Sinodo (3-28 ottobre 2018) su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» e dall’esperienza nella pastorale giovanile e vocazionale. Accoglie il compito «come segno di fiducia verso le donne e le religiose e verso i laici e come risposta a quanto hanno detto gli ultimi sinodi». Compito del sottosegretario/a del Sinodo – dice la costituzione apostolica «Episcopalis communio» (15 settembre 2018) – è di assistere il segretario generale, il cardinale maltese Mario Grech. Il fatto che Bergoglio abbia nominato due sottosegretari – finora era uno – indica che intende rilanciare alla grande il cammino sinodale.

Accentua la scelta di Wojtyla e Ratzinger di nominare sempre più donne a posti di responsabilità

Sei laiche – docenti universitarie e dirigenti finanziarie – nel Consiglio per l’economia; Francesca Di Giovanni sottosegretaria per il Settore multilaterale per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato (ministero degli Esteri), incarico di responsabilità e prestigio; due laiche sottosegretarie del Dicastero per laici, famiglia e vita; due bibliste tra i nove nuovi membri della Pontificia commissione biblica; quattro donne alla Segreteria generale del Sinodo; la milanese Antonella Sciarrone Alibrandi membro del Consiglio direttivo dell’Autorità di informazione finanziaria (AIF); una capo ufficio alla Biblioteca apostolica vaticana; la pugliese Catia Summaria promotore di giustizia della Corte d’appello del Vaticano. Una suora storica entra nel Comitato di scienze storiche; una laica è segretario generale dell’Università Lateranense.

Apre alle donne i ministeri del lettorato e dell’accolitato

Con il motu proprio «Spiritus Domini» (11 gennaio 2021), istituzionalizza ciò che avviene con le «lettrici» e le «chierichette»: i due ministeri siano aperti alle donne in forma stabile. Le donne che leggono la parola di Dio nelle celebrazioni liturgiche o che svolgono un servizio all’altare come ministranti o come dispensatrici dell’Eucaristia non sono una novità. Finora ciò avveniva senza un mandato vero e proprio, in deroga a quanto stabilito da Paolo VI: nel 1972 abolì gli «ordini minori», ma riservò l’accesso a questi ministeri ai soli maschi perché li considerava propedeutici al sacerdozio. Francesco, sulla scia degli ultimi sinodi, modifica il canone 230 paragrafo uno: «I laici che abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza episcopale, possono essere assunti stabilmente, mediante il rito liturgico stabilito, ai ministeri di lettori e di accoliti». 

Accolte le raccomandazioni degli ultimi sinodi

Spiega Francesco: «Si è giunti a uno sviluppo dottrinale che ha messo in luce come determinati ministeri istituiti dalla Chiesa hanno per fondamento la comune condizione di battezzato e il sacerdozio regale ricevuto nel battesimo». Sono ministeri laicali «essenzialmente distinti dal ministero ordinato che si riceve con l’ordine». In una lettera al cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, spiega: «Nell’orizzonte di rinnovamento tracciato dal Vaticano II, si sente sempre più l’urgenza di riscoprire la corresponsabilità di tutti i battezzati nella Chiesa, in particolar modo la missione del laicato. Per tutta la Chiesa, nella varietà delle situazioni, è urgente che si promuovano e si conferiscano ministeri a uomini e donne. È la Chiesa degli uomini e delle donne battezzati che dobbiamo consolidare promuovendo la ministerialità e la consapevolezza della dignità battesimale. Per i ministeri non ordinati è possibile e opportuno superare tale riserva. Offrire ai laici di entrambi i sessi la possibilità di accedere ad accolitato e lettorato incrementerà il riconoscimento del contributo prezioso che moltissimi laici, anche donne, da tempo offrono alla Chiesa».

Nuova commissione sul diaconato femminile (8 aprile 202)

Evidentemente non è soddisfatto dei risultati raggiunti dalla precedente. Presidente della nuova commissione il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila; segretario Denis Dupont-Fauville, officiale della Dottrina della fede; tra i membri 5 donne: l’ucraina Catherine Brown Tkacz (Leopoli); l’inglese Caroline Farey (Shrewsbury); la svizzera Barbara Hallensleben (Friburgo); l’italiana Rosalba Manes (Viterbo); la francese Anne-Marie Pelletier (Parigi). Due laici: gli statunitensi Dominic Cerrato (Steubenville) e James Keating (Omaha). Tre sacerdoti: lo spagnolo Santiago del Cura Elena (Burgos); lo svizzero Manfred Hauke (Lugano); l’italiano Angelo Lameri (Crema) docente all’Università Lateranense. Nel 2016 istituì una prima commissione stabilendo che la discriminante è la Rivelazione: «La Chiesa si sviluppa nella fedeltà alla Rivelazione. Non possiamo cambiare la Rivelazione. È vero che la Rivelazione si sviluppa con il tempo e noi con il tempo capiamo meglio la fede. Il modo di capire oggi la fede è diverso dal modo di capire la fede prima del Vaticano II. Sul diaconato dobbiamo cercare cosa c’era all’inizio della Rivelazione: se c’era qualcosa bisogna farla crescere. Se non c’era qualcosa, se il Signore non ha voluto il ministero sacramentale per le donne, non va. Camminiamo sulla strada giusta della Rivelazione».