Conversione è innamoramento, consegna totale. La santità è un cammino da svolgere insieme a due a due. E la sinodalità è un cammino di santità. La sfida formativa è scommessa possibile. La formazione è proposta a vari livelli, continuiamo a invocarla e moltiplicarla, ma spesso non ne vediamo l’effetto. Parlo di formazione integrale, che ruota attorno a tre nuclei:
1. la formazione, propriamente detta – crescita intrasoggettiva – ;
2. l’educazione – dimensione intersoggettiva -; l’apprendimento – nucleo di conoscenze -, che nutre sia formatore che chi è formato;
3. Il tutto per la generatività, ovvero far crescere la vita attorno a sé, assumendone la responsabilità.
Ciò implica ascolto del contesto, oltre che di se stesso. Circa la formazione, va detto che dobbiamo fare formazione, non (in)formazione. La formazione è un percorso che integra la dimensione estetico-affettiva, intellettivo-razionale e pragmatica. Dobbiamo imparare a verificare. Ascolto è il principio regolativo della sinodalità. L’ascolto è genetico – l’orecchio è aperto -.
Quali pregiudizi ci accompagnano nell’approccio a questo processo sinodale? Quando siamo convinti di ciò che pensiamo, ci chiudiamo. Ci vuole apertura spirituale, per superare i pregiudizi. Mente aperta e in “ginocchio”.