Pier Giuseppe Accornero – sacerdote, giornalista, scrittore
«La caduta di Draghi penalizza i poveri; la politica la smetta con gli inganni; questa è l’ora della responsabilità e dei doveri». Il presidente della Cei, cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, in prima persona e non la presidenza – composta dal presidente e tre vicepresidenti – interviene, con una prassi non usuale, sulla crisi politica, sociale ed economica: «In Italia 6 milioni di persone non ce la fanno, bisogna combattere le diseguaglianze. Non sprechiamo i soldi del PNRR, è il tempo di dire basta alle decisioni opportunistiche».
La preoccupazione è grande, «ci auguriamo uno scatto di responsabilità»
La crisi politica rischia di sovrapporsi a una più generale che incide in modo pesante sulla vita delle persone e delle famiglie: «La guerra in Ucraina e le sue temibili conseguenze; l’inflazione a livelli eccezionali che richiede continuità e tempestività di interventi urgenti; le pandemie che non smettono di colpire; il lavoro mortificato dalla precarietà e dall’incertezza sono elementi che impongono chiarezza di decisioni e una forte concertazione con le parti sociali e con l’Europa. Il confronto dialettico e il pluralismo sono una ricchezza irrinunciabile della democrazia, ma in questo momento conviene il massimo di convergenza e di stabilità per terminare l’avvio di interventi decisivi. Ci auguriamo uno scatto di responsabilità in nome dell’interesse generale del Paese che deve prevalere sulle posizioni di parte».
Chiede «risposte serie, non ideologiche o ingannevoli».
È tempo di affrancare la politica da tatticismi incomprensibili e rischiosi»: in sostanza occorre «garantire risposte che indichino anche, se necessario, sacrifici, ma diano sicurezza e speranza». È l’ora dei doveri e delle responsabilità «per cui la politica dovrà trovare il più virtuoso punto d’incontro tra ciò che è buono e ciò che è possibile perché le risorse non siano sprecate ma collocate al servizio del bene comune e della popolazione». Di più «il confronto politico non deve mancare di rispetto e deve essere improntato alla conoscenza dei problemi, a visioni comuni senza furbizie, con passione e senza agonismi approssimativi che tendono solo a piccoli posizionamenti personalistici». Chiede responsabilità per affrontare la scadenza elettorale del 22 settembre e di mettere da parte interessi personali o individuali e di «affrancare la politica da tatticismi incomprensibili e rischiosi».
La crisi va vissuta come «grande opportunità per ritrovare quello che unisce, per rafforzare il senso di una comunità di destino e la passione per rendere il nostro Paese e il mondo migliori. Le pandemie ci hanno reso tutti consapevoli della vulnerabilità, di come può essere messo in discussione quello che appariva sicuro, come tragicamente vediamo con la guerra e le sue pericolose conseguenze internazionali». A parere del cardinale Zuppi, che è nato a Roma l’11 ottobre 1955 e ha 66 anni, dalla fine della Seconda guerra mondiale «non abbiamo mai vissuto una congiuntura così complessa, a causa dell’inflazione e delle diseguaglianze in aumento, del debito pubblico che ha raggiunto una dimensione enorme, del ritorno a un confronto tra blocchi che assorbe enormi energie e impedisce lo sviluppo, dell’emergenza climatica e ambientale, della difficoltà del mondo del lavoro con la condanna al precariato con il suo carico di fluidità». Senza dimenticare il Sessantotto e, soprattutto, il periodo del terrorismo nero e rosso. Il suo pensiero va alle situazioni di fragilità emerse con la pandemia: anziani non autosufficienti, disabili, malati psichici, «tanta e atroce solitudine», situazioni che «richiedono una protezione della persona efficace che solo uno straordinario impegno può permettere».
Serve quello che Papa Francesco chiama «amore politico»: «Non possiamo costruire il futuro delle prossime generazioni avendo come unico orizzonte il presente, perché gli interessi di corto respiro diventano inevitabilmente interessi di parte, individuali». Il presidente dei vescovi italiani, in questa articolata dichiarazione del 22 luglio 2022, cita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando afferma: «Occorre un contributo costruttivo da parte di tutti, specialmente di chi sceglie di impegnarsi nella vita politica». Conclude annunciando che il prossimo 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, tocca alla Conferenza episcopale italiana fare l’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba del Santo patrono d’Italia: «Sarà un momento di gratitudine per quanti stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia. Sarà anche occasione per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace».