Affrontando la questione della missione Amaladoss, teologo indiano, pone un problema molto semplice. Chiede a coloro che vanno in India per proclamare il Vangelo di Cristo: «Quale Vangelo proclamate? Perché – sostiene Amaladoss –  vi sono almeno tre tipi di Vangelo» . Vi è il vangelo dell’epoca di Gesù e dei 12 così come è presentato nel libro degli Atti degli Apostoli, nelle lettere di Paolo, nei testi del vangelo. Vi è il vangelo del 1500, dopo le scoperte geografiche dell’America e del mondo asiatico; una serie di scoperte che hanno generato una attenzione per un vangelo che oggi è un vangelo passato, coloniale; è una storia di predominio dei popoli europei, Inghilterra, Francia, Spagna, e anche in parte dell’Italia: ed è in questo contesto che diventa difficile capire la funzione liberante del Vangelo. E vi è un vangelo come quello attuale, legato ad una serie di culture: quella europea, ma anche la cultura asiatica, anche quella dell’Africa, del mondo indonesiano… .  “Multiculturalità” è forse la parola più tipica per parlare della missione oggi. Ed è in questo momento in cui la missione ha molte facce, ha molte maniere di presentarsi, è in questo momento che noi poniamo il problema di una teologia della missione. Non abbiamo una teologia unica per tutto il mondo, ma abbiamo un impegno in cui la cultura e il mondo cristiano si misurano con modi di pensare, modi di ragionare e modi di lodare Dio, modi di stare davanti ai problemi della vita, differenti da quelli che di solito hanno fatto l’impegno del mondo occidentale. Ed è in questo contesto che noi parliamo di una missione da riscoprire, una missione post-moderna, post coloniale, una missione attenta alla verità profonda delle persone, delle loro culture e del loro mondo. Una missione che sia ricca di speranza per un mondo che ha molte facce diverse l’una dall’altra ed è all’interno di questa realtà, così caratterizzata, che noi poniamo l’interesse per una presentazione della missione oggi; una presentazione che si deve radicare nel Vangelo declinato nella forma multiculturale di popoli e di tradizioni differenti. Se avremo la forza e il coraggio di questa maniera di affrontare il discorso della fede, allora avremo messo in pratica le parole che il Signore ha donato ai suoi discepoli perché siano presentatori della sua vita, del suo amore, della sua carità.