Pier Giuseppe Accornero – sacerdote, giornalista, scrittore
«Ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum». Giovanna Chirri, vaticanista dell’Ansa, sobbalza. Scriverà: «A queste parole di Benedetto XVI mi sento come se una mano mi serrasse la gola e mi si gonfiasse un pallone dentro la testa. “Ingravescentem aetatem” è il documento con cui Paolo VI stabilì che i cardinali vadano in pensione a 80 anni, è la formula del ritiro, sono le parole delle dimissioni». Sono le 11:40 di lunedì 11 febbraio 2013 – memoria della Madonna di Lourdes e giornata festiva in Vaticano per l’anniversario dei Patti Lateranensi – e la giornalista, che segue il Concistoro, capisce al volo quello che dice il Papa: «Ho da comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare il compito di vescovo di Roma. Perciò, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero petrino dal 28 febbraio 2013 alle ore 20».
Joseph Alois Ratzinger nasce a Marktl am Inn, diocesi di Passau, in Germania nel sud della Baviera, il 16 aprile 1927. Dai genitori riceve una formazione esemplare: ottimo negli studi, meno che in ginnastica, cresce con la sorella Maria e il fratello Georg, più anziano di 3 anni. Quando scoppia la guerra nel 1939 ha 12 anni. A 16 è arruolato a forza nei servizi ausiliari antiaerei: «Mio padre diceva che la vittoria di Hitler sarebbe stata la vittoria dell’Anticristo». Dopo il 30 aprile 1945, con la caduta e il suicidio di Hitler, diserta e riprende a studiare filosofia e teologia nell’università di Monaco e nella scuola superiore di Frisinga. Il 29 giugno 1951 con il fratello è ordinato sacerdote dal cardinale arcivescovo di Monaco Michael Faulhaber, leggendario nemico del nazifascismo. Nel 1953 è dottore in teologia con la dissertazione «Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant’Agostino» e nel 1957 ottiene la libera docenza con la tesi «La teologia della storia di San Bonaventura». Insegna dogmatica e teologia fondamentale a Frisinga, poi Bonn (1959-69), Münster (1963-66) e Tubinga (1966-69). Ordinario di dogmatica e di storia dei dogmi a Ratisbona, come Francesco studia lontano da Roma e non si laurea in un’università pontificia.
Il Concilio Vaticano II (1962-65) lo segna per tutta la vita
Il cardinale arcivescovo di Colonia Joseph Frings lo nomina consulente teologico: «Gli sono grato per aver portato me – il professore più giovane della Facoltà teologica – come consulente alla grande assemblea della Chiesa, permettendomi di percorrere dall’interno il cammino del Concilio». Paolo VI il 24 marzo 1977 lo nomina arcivescovo di Monaco, il 28 maggio è consacrato vescovo, il 27 giugno è cardinale. Sembra di capire che l’accusa di aver coperto un sacerdote pedofilo sia del tutto infondata. Il 16 ottobre 1978 il cardinale arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla è eletto Giovanni Paolo II: lo nomina relatore al Sinodo «I compiti della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo» (1980); presidente del Sinodo «Riconciliazione e penitenza nella missione della Chiesa» (1983); prefetto – per 24 anni, un record – della Congregazione per la dottrina della fede (25 novembre 1981); ne ratifica l’elezione a decano del Collegio cardinalizio (2002); ne respinge le dimissioni a 75 anni (2002). Tre le opere più importanti: presiede la Commissione per il «Catechismo della Chiesa cattolica» (1986-92, promulgato l’11 ottobre 1992); firma la «Dominus Jesus. Dichiarazione sull’unicità e universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa» (6 agosto 2000); convince Papa Wojtyla a non dichiarare dogma di fede il sacerdozio solo maschile («Ordinatio sacerdotalis», 22 maggio 1994).
Due omelie lo proiettano sulla cattedra di Pietro: ai funerali di Giovanni Paolo II e alla Messa «Pro eligendo Pontifice». Quando il 19 aprile 2005, dopo un Conclave lampo di 24 ore, è eletto Papa Benedetto XVI, da tre giorni ha compiuto 78 anni ed è il Papa più vecchio nell’ultimo secolo: Roncalli ne ha 77 e Wojtyla 58. Quando il 28 febbraio 2013 lascia il Soglio pontificio gli mancano 46 giorni a compiere 86 anni. Sta in queste cifre la ragione della rinuncia. Si presenta alla folla «Sono un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore». Tre encicliche: «Deus caritas est» (2006), «Spe salvi» (2007), «Caritas in veritate» (2009). Tre i Sinodi: «L’Eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa» (2005) con l’esortazione apostolica «Sacramentum caritatis» (2007); «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa» (2008) e l’esortazione «Verbum Domini» (2010), «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede» (2012): l’esortazione è firmata da Francesco «Evangelii gaudium» (2013).
Fedeltà assoluta al Concilio. Unisce fede e ragione, speranza e carità
Il pontificato è guidato dalla preoccupazione di fare riscoprire la fede in Dio rivelato da Gesù Cristo. La riscoperta della fede è il contenuto più importante e la chiave di lettura: Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (21 settembre 2010); il Sinodo «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana» (2012); le iniziative «Cortile dei gentili», «Missione metropoli», «Anno della fede» (2012-13) «momento di grazia e di impegno per una sempre più piena conversione a Dio, per rafforzare la nostra fede e annunciarlo con gioia all’uomo, per dare impulso alla missione della Chiesa». «Anno paolino» (2008-09), «Anno sacerdotale» (2009-10) e «Anno della fede» (2012-13)rispondono all’esigenza, fortemente avvertita da Benedetto, di aiutare gli uomini a superare l’aridità spirituale e morale. Nell’esortazione apostolica «Porta fidei» (2011) auspica che ogni credente «confessi la fede in pienezza, con convinzione, fiducia e speranza». La decisione più contestata: la concessione della Messa in latino di San Pio V («Summorum pontificum», 2007). La ferita più sanguinante gli abusi del clero sui minori.