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Schema consegnato dalla prof.ssa Nadia Toschi Vespasiani ai partecipanti alla Settimana. La relazione sarà pubblicata nella rivista del COP, Orientamenti pastorali, nel numero dedicato agli Atti della 72a Settimana Nazionale di Aggiornamento Pastorale.
Vocazione e preparazione ai ministeri dei laici al servizio delle comunità cristiane senza prete residente
I. tempo di crisi e opportunità
– dato critico: calo dei presbiteri e conseguente difficoltà a garantire in ogni parrocchia un parroco residente.
– ma anche ‘segno dei tempi’ (GS 4; 11), opportunità: lo Spirito distribuisce i suoi doni per l’edificazione della comunità (cf. 1Cor 12,7; 14,12); guardiamo con fiducia e speranza anche questa crisi, imparando non solo a gestirla, ma a viverla nello Spirito.
– tempo di mettere al centro della nostra riflessione e della nostra prassi la questione dei ministeri e la dimensione ministeriale della Chiesa, il volto di una “chiesa tutta ministeriale” (Y.M. Congar)
– tempo di far rifiorire nelle nostre comunità una “ministerialità diffusa”:
Il tema è di fondamentale importanza per la vita della Chiesa: infatti, non esiste comunità cristiana che non esprima ministeri. Le lettere paoline, e non solo, lo testimoniano ampiamente. (…) La varietà dei termini usati descrive una ministerialità diffusa, che va organizzandosi sulla base di due fondamenti certi: all’origine di ogni ministero vi è sempre Dio che con il suo Santo Spirito opera tutto in tutti (cfr. 1Cor 12,4-6); la finalità di ogni ministero è sempre il bene comune (cfr. 1Cor 12,7), l’edificazione della comunità (cfr. 1Cor 14,12). Ogni ministero è una chiamata di Dio per il bene della comunità”. (Francesco, Messaggio nel cinquantesimo anniversario di Ministeria quaedam, 15.10.22)
– tempo di passare dalla teoria alle scelte concrete, senza rinviare ulteriormente la questione dei ministeri, in particolare dei ministeri dei laici. Non agire è già una scelta.
– Cf. papa Francesco che da una parte esorta ad un
“attento discernimento comunitario, nell’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce alla Chiesa, in un luogo concreto e nel momento presente della sua vita. (…) per non rischiare che la dinamicità diventi confusione, la vivacità si riduca a improvvisazione estemporanea, la flessibilità si trasformi in adattamenti arbitrari e ideologici” (Messaggio nel cinquantesimo anniversario di Ministeria quaedam, 15.08.22)
– e insieme esorta a non aspettare che tutto sia chiaro e distinto per vivere la ministerialità dei laici:
La questione dei ministeri battesimali tocca diversi aspetti che vanno certamente considerati: la terminologia usata per indicare i ministeri, la loro fondazione dottrinale, gli aspetti giuridici, le distinzioni e le relazioni tra i singoli ministeri, la loro valenza vocazionale, i percorsi formativi, l’evento istitutivo che abilita all’esercizio di un ministero, la dimensione liturgica di ogni ministero. Anche solo da questo sommario elenco, ci si rende conto della complessità del tema: Certamente occorre continuare ad approfondire la riflessione su tutti questi nuclei tematici: tuttavia, se dovessimo pretendere di definirli e di risolverli per poter poi vivere la ministerialità, molto probabilmente non riusciremmo a fare molta strada (…) Più che l’ossessione dei risultati immediati nel risolvere tutte le tensioni e chiarire ogni aspetto, rischiando così di cristallizzare i processi e, a volte, di pretendere di fermarli (cfr. EG 223), dobbiamo assecondare l’azione dello Spirito del Signore…
(Messaggio nel cinquantesimo anniversario di Ministeria quaedam, 15.08.22)
– un cammino insieme, ciascuno secondo il dono e il ministero proprio, per fare “non un’altra Chiesa, ma una Chiesa diversa” .
“E questa è la sfida”. (Francesco, Momento di riflessione per l’inizio del percorso sinodale, 9.10.2021)
– una crisi che può essere un’occasione per riscoprire la dignità battesimale di ciascun battezzato, la corresponsabilità di tutti nella partecipazione alla missione della chiesa e alla costruzione del regno, per far crescere una chiesa tutta ministeriale, dove fioriscono i doni dello Spirito.
– un cammino impegnativo nell’orizzonte dell’ecclesiologia del concilio Vaticano II e degli sviluppi del magistero successivo, che chiede di cambiare mentalità:
“Siamo disposti all’avventura del cammino o, timorosi delle incognite, preferiamo rifugiarci nelle scuse del “non serve” o del “si è sempre fatto così”? (Francesco, Omelia in occasione dell’apertura del sinodo, 10.10.21).
– si tratta di coniugare tradizione e profezia per immaginare nella continuità della tradizione apostolica forme adeguate di servizio ecclesiale per le comunità di oggi, per l’edificazione oggi del regno di Dio.
II. I ministeri istituiti, un dono fecondo in cerca di realizzazione
– due novità introdotte con le lettere apostoliche in forma di motu proprio «Spiritus Domini» (10.01.2021) «Antiquum ministerium» (10.05.21)
– il presupposto dei ministeri:
L’annuncio del Vangelo è il servizio essenziale di tutta la Chiesa, ed è perciò affidato ai ministri ordinati – Vescovi, Presbiteri, Diaconi -, e a tutti i fedeli, in forza del loro Battesimo. Tutti i battezzati partecipano, a titolo diverso, a tale ministerialità prima e fondamentale della Chiesa, che è l’evangelizzazione, e ogni membro della Chiesa svolge in essa il suo doveroso ufficio a servizio della salvezza del mondo, secondo la grazia dello Spirito Santo, che a ciascuno distribuisce i suoi doni come a lui piace (cf. LG 12; 1Cor 12,11). (CEI, Evangelizzazione e ministeri, 1)
– nella chiesa tutti sono ‘servi’ gli uni degli altri, al modo di Gesù (cf. Mc 10,45), e tutti insieme sono servi del Regno che viene; tutti ricevono doni e tutti reciprocamente sono dono gli uni per gli altri.
– alcuni fratelli in modo speciale sono dono per la chiesa, i ministri ordinati, ministri nel popolo di Dio e per il popolo di Dio, dati per l’esistenza e la sussistenza della chiesa stessa.
– accanto a questi ministeri ordinati ci sono i ministeri istituiti. Oggi sono sono tre, ma in futuro potrebbero essercene altri (ministero di coordinatore/animatore di comunità?)
– i MI «non esauriscono la ricchezza ministeriale che può fiorire attorno ai ministeri ordinati a sostegno e sviluppo della ministerialità della Chiesa» (EvMn 67): i ministeri di fatto.
– dopo 51 anni dalla pubblicazione di Ministeria quaedam, è giunto il tempo di far fiorire i MI nelle nostre comunità.
III. I ministeri istituiti: caratteristiche fondamentali
cf. in particolare CEI, I ministeri istituiti del lettore, dell’accolito e del catechista per le chiese che sono in Italia (2022) = Nota CEI
1. Quattro caratteristiche generali: cf. Evangelizzazione e ministeri, 68:
«soprannaturalità di origine»; «ecclesialità di fine e di contenuto»; «stabilità di prestazione»;
«pubblicità di riconoscimento (…) della comunità e, nella comunità, da chi deve esercitare il servizio dell’autorità».
2. Si diventa ministri istituiti attraverso un rito di istituzione , non reiterabile, presieduto dal Vescovo
3. A servizio della Chiesa locale
«Ciascun ministero istituito ha un suo inserimento specifico nella Chiesa locale, come manifestazione autentica della molteplice iniziativa dello Spirito che riempie e vivifica il corpo di Cristo (cf. UR 2). Perciò deve essere apprezzato nel suo valore intrinseco e non solo per motivi di supplenza, in quanto scarseggiano le vocazioni ai ministeri ordinati o per ragioni contingenti in adeguamento a mode passeggere o a costumi del tempo». (Premesse CEI al Rito di istituzione, 1)
4. una chiamata personale e stabile
“Ogni ministero istituito possiede una connotazione vocazionale: «è il Signore che suscita i ministeri nella comunità e per la comunità» (Premesse CEI al Rito di istituzione, n. 2). Il servizio nella Chiesa non si configura come una professione, né come una carica onorifica: si tratta piuttosto di assimilare i tratti del Maestro, che è non è venuto per essere servito ma per servire (cfr. Mc 10,45).
Il Signore chiama chiunque è istituito in uno di questi ministeri a mettere a disposizione tutto se stesso, «stabiliter» (can. 230 § 1 del Codice di Diritto Canonico), per l’edificazione dei fratelli”. (Nota CEI, 4)
5. Un ufficio permanente e stabile con mandato a tempo, rinnovabile
“Il Lettore, l’Accolito e il Catechista vengono istituiti in modo permanente e stabile e assumono, da laici e laiche, un ufficio qualificato all’interno della Chiesa (cf. MnC 5); dopo il rito, il Vescovo conferisce a ciascun ministro istituito un mandato per l’esercizio concreto del ministero”. (Nota CEI, 2)
“Il mandato per l’esercizio concreto del ministero viene conferito per un primo periodo di cinque anni, seguito da una verifica compiuta dal Vescovo insieme con un’équipe preposta a questo. Alla luce di tale verifica si potrà rinnovare il mandato per l’esercizio del ministero, tenendo conto del cambiamento delle condizioni di vita del ministro istituito e delle esigenze ecclesiali in continuo mutamento”. (Nota CEI, 5)
6. Veri animatori
“I ministri istituiti «non saranno semplici esecutori delle indicazioni dei presbiteri e dei diaconi, ma veri animatori di assemblee presiedute dal pastore d’anime, promotori della corresponsabilità nella Chiesa e dell’accoglienza di quanti cercano di compiere un itinerario di fede, evangelizzatori nelle varie situazioni ed emergenze di vita, interpreti della condizione umana nei suoi molteplici aspetti (cfr. Apostolicam Actuositatem, n. 24). Essi renderanno presente alla comunità le attese e le aspirazioni degli uomini del nostro tempo e insieme saranno un segno autentico della presenza della Chiesa nelle famiglie, nei luoghi di studio e di lavoro e sulle strade del mondo (cfr. Apostolicam Actuositatem, n. 13)» (Premesse CEI al Rito di istituzione, n. 5)”. (Nota CEI, 5)
IV. Possibile cammino in 10 passi per il discernimento comunitario e la formazione dei ministri istituiti
1. la formazione preliminare della comunità
Tutta la comunità (in particolare il CPP) è invitata a leggere con attenzione la NOTA CEI sui ministeri istituiti. Dopo una prima lettura personale, è bene organizzare una riunione dove il testo viene ripreso, eventualmente anche con l’aiuto di un esperto, per chiarire, approfondire, condividerne insieme i contenuti. Non deve essere una lezione, ma un lavoro guidato di gruppo.
2. il discernimento della comunità in relazione alla sua realtà e ai suoi bisogni
Obiettivo: preparare la comunità a discernere e accogliere i suoi ministeri istituiti. La comunità (in particolare il CPP) si interroga su quali e quanti eventuali nuovi ministri istituiti possono in quel momento essere utili al bene della comunità stessa. Il discernimento si accompagna alla preghiera per discernere “nello Spirito” (cf. At 19,21).
3. Criteri di base per il discernimento dei candidati
«L’accedere a questi ministeri suppone un’intensa vita di fede, un comprovato amore e capacità di servizio alla comunità della Chiesa, la decisione di dedicarsi con assiduità a questi compiti, la competenza sufficiente per svolgere i propri uffici liturgici, e insieme la decisa volontà di vivere la spiritualità, propria di questi ministeri» (CEI, I ministeri nella Chiesa, 10)
«Siano persone di profonda fede, formati alla Parola di Dio, umanamente maturi, attivamente partecipi alla vita della comunità cristiana, capaci di instaurare relazioni fraterne, in grado di comunicare la fede sia con l’esempio che con la parola, e riconosciuti tali dalla comunità» (Nota CEI, 4).
a. maturità umana e spirituale del candidato
– persona animata da spirito di servizio e non da manie di protagonismo,
– disponibile ad assumere responsabilità in modo condiviso,
– che ha dato prova di fedeltà ai servizi che le sono stati affidati,
– capace di ascolto, di accoglienza e di promuovere relazioni fraterne nella comunità,
– con una vita spirituale e liturgica matura.
b. senso ecclesiale: persone animate da sincero amore per la Chiesa, che vivono e promuovono la comunione nelle comunità in cui operano e negli ambienti in cui vivono.
c. capacità di collaborare: attitudine a collaborare, a favorire e curare le relazioni con gli altri ministri e con gli altri fratelli e sorelle, anche di comunità diverse.
d. Altre caratteristiche da tenere presenti in positivo
– il livello di istruzione generale;
– la formazione teologico-pastorale specifica già acquisita o la disponibilità ad acquisirla;
– il contesto familiare del candidato e il consenso della famiglia.
e. Altre caratteristiche da tenere presenti in negativo
carrierismo, protagonismo, autoritarismo e/o paternalismo, fragilità umana, tendenza al clericalismo e così via…
f. Criteri specifici per il lettorato: persone che vivono un rapporto costante e personale con le Scritture o che mostrino il desiderio di svilupparlo e che siano disponibili a dedicare del tempo alla studio della Scrittura; che hanno una buona dizione e impostazione della voce.
g. Criteri specifici per l’accolitato: persone che nutrono un grande amore per l’Eucaristia e dotate di sensibilità liturgica, che mostrano di comprendere il valore dell’agire simbolico-rituale, così da compiere le azioni con dignità, semplicità e verità; persone con attitudine a stare a contatto con persone che soffrono (poveri, malati, disabili, anziani, persone sole e fragili).
h. Criteri specifici per il ministero del catechista: persone con attitudini di coordinamento, capaci di prendere la parola in pubblico, di creatività, di discernimento, capaci di promuovere i doni degli altri; persone che hanno a cuore la propria formazione per poter formare gli altri e per mettersi al servizio dell’annuncio del Vangelo anche ai lontani.
4. Contesto del discernimento: i candidati saranno individuati preferibilmente tra coloro che già svolgono il ministero di fatto e che nella comunità godono del riconoscimento di una certa maturità umana e spirituale.
5. Chi opera il discernimento?
– la comunità nelle sue diverse componenti:
1. il consiglio pastorale parrocchiale con il suo parroco
2. sentendo anche il parere di coloro che già svolgono nella comunità un ministero di fatto;
3. invitando tutta la comunità nel suo complesso ad accompagnare il cammino dei candidati, riconoscendone così indirettamente l’idoneità.
– una commissione diocesana ad hoc, istituita dal Vescovo (cf. Nota CEI, 4 e 5)
– il vescovo è il soggetto ultimo del discernimento e conferisce il ministero (cf. MQ, VIII/a; MnC 11; Nota CEI 4).
6. La presentazione del candidato/a: il CPP scrive una lettera al Vescovo nella quale candida la persona spiegando i motivi della scelta e allegando una lettera del candidato stesso nella quale si presenta e motiva la sua disponibilità al ministero. La comunità sarà vicina al candidato/a, accompagnandolo/a con la preghiera.
7. la formazione: proporzionata a quanto ci attendiamo dai MI.
– formazione teologica di base, “con l’ausilio di istituzioni accademiche esistenti nel territorio” (Nota CEI, 4)
La Nota CEI non offre indicazioni dettagliate. Specifica che i Vescovi devono stabilire percorsi formativi idonei e che la formazione deve durare almeno un anno (cf. Nota CEI, 4).
Si possono eventualmente distinguere alcuni corsi propedeutici all’istituzione e altri che il candidato si impegna a seguire l’anno successivo all’istituzione nella forma di un itinerario mistagogico. La commissione diocesana accompagna i candidati nella scelta dei corsi. Un esempio di percorso di formazione teologica: corsi comuni, corsi specifici, corsi propedeutici.
Corsi comuni a tutti i ministeri
1. I ministeri istituiti a servizio della comunità (propedeutico all’istituzione)
2. Concilio Vaticano II: storia e teologia
Corsi per lettori istituiti
1. Introduzione alla Liturgia (propedeutico all’istituzione)
2. Introduzione alla Sacra Scrittura (propedeutico all’istituzione)
3. Pastorale biblica (propedeutico all’istituzione)
4. Assemblea liturgica
5. un corso di Antico Testamento*
6. un corso di Nuovo Testamento* * È propedeutico all’istituzione uno dei due corsi biblici
Corsi per accoliti istituiti
1. Introduzione alla Liturgia (propedeutico all’istituzione)
2. Teologia e pastorale della carità (propedeutico all’istituzione)
3. Teologia sacramentaria (propedeutico all’istituzione)
4. La malattia, la morte, il lutto: sacramenti e pastorale**
5. Assemblea liturgica**
6. Carcere e teologia ** ** È propedeutico all’istituzione uno dei tre corsi
Corsi per catechisti istituiti
1. Catechetica generale (propedeutico all’istituzione)
2. Introduzione alla Sacra Scrittura (propedeutico all’istituzione)
3. Catecumenato e iniziazione cristiana (propedeutico all’istituzione)
4. Catechesi oggi: progetti di iniziazione cristiana***
5. Famiglie nell’era digitale oppure Pastorale battesimale***
6. Pastorale familiare oppure Pastorale giovanile*** *** È propedeutico all’istituz. uno dei 3 corsi
Altri corsi consigliati per la successiva formazione permanente
Ecclesiologia, Teologia della parrocchia, Progettazione pastorale… e simili.
– incontri di formazione pratica e di accompagnamento spirituale sul ministero specifico (p. es. proclamazione della Parola, preparazione e guida di una Liturgia della Parola in assenza di celebrazione eucaristica, preparazione della preghiera dei fedeli, guida della lectio divina, pastorale dei malati, coordinamento di un gruppo Caritas ecc. I candidati all’accolitato che non sono ministri straordinari della comunione, parteciperanno al percorso di formazione per ministri straordinari della comunione proposto dall’Ufficio Liturgico ed eserciteranno tale ministero prima dell’istituzione.).
8. Presentazione dei candidati in vista dell’istituzione
“Le comunità con i loro presbiteri presentano i candidati, i quali saranno istituiti dal Vescovo, dopo un tempo di adeguato accompagnamento e formazione da parte di una équipe di esperti.
Il Vescovo infatti in primo luogo riconosce tale vocazione e ne valuta l’utilità per un servizio determinato all’interno della realtà ecclesiale locale; in un secondo tempo li istituisce con il rito liturgico proprio; infine, con un atto giuridico, conferisce il mandato per quel ministero specifico” (Nota CEI, 4)
– superati i corsi propedeutici, il/la candidato/a invia una nuova lettera al Vescovo nella quale rinnova la sua disponibilità ad essere istituito/a lettore o accolito o catechista e chiede di essere istituito/a.
– anche il Consiglio pastorale parrocchiale scriverà al Vescovo per confermare il/la candidato/a e motivare la richiesta di istituzione.
– se il candidato/a è coniugato/a, dovrà essere allegata anche una lettera dell’eventuale coniuge che manifesta il suo consenso all’istituzione.
9. Istituzione
L’istituzione è celebrata dal Vescovo in Cattedrale. L’età minima per essere istituiti è 25 anni (Nota CEI, 5). La Nota non indica un’età massima. (70 anni?? se le condizioni del candidato/a lo permettono – salute, formazione, esercizio del ministero di fatto in atto, ecc. – il Vescovo può prolungare tale limite a sua discrezione).
10. Mandato
“Il mandato per l’esercizio concreto del ministero viene conferito per un primo periodo di cinque anni, seguito da una verifica compiuta dal Vescovo insieme con un’équipe preposta a questo. Alla luce di tale verifica si potrà rinnovare il mandato per l’esercizio del ministero, tenendo conto del cambiamento delle condizioni di vita del ministro istituito e delle esigenze ecclesiali in continuo mutamento” (Nota CEI, 5)
– In cancelleria sarà conservato il “libro dei ministri istituiti” dove verranno registrati i nuovi ministri istituiti.
11. Casi particolari
Nel caso particolare di fedeli ai quali è già stato affidato o il Vescovo ritenga opportuno affidare un incarico specifico non direttamente collegato alla pastorale della parrocchia (servizio presso un hospice, animatori di una RSA, di una cappellania, di un oratorio, coordinatori della catechesi a livello diocesano, responsabili/collaboratori dell’ufficio catechistico o liturgico e simili), il cammino di discernimento e di formazione dei candidati sarà precisato dal Vescovo stesso o dalla commissione da lui delegata.
V. I ministeri istituiti un prezioso dono da vivere
per tutta la Chiesa e in particolare per quelle comunità che già adesso o presto non avranno un presbitero residente. Insieme, uomini e donne, laici sposati e non, ministri ordinati, istituiti e di fatto, potranno formare team/équipe pastorali per costruire una chiesa partecipativa di comunione.