La condizione del clero in Italia, oggi:

1. Qual è attualmente la consistenza numerica del clero diocesano in Italia? A che punto è il processo di invecchiamento e di riduzione del corpo sacerdotale? Come si presenta la distribuzione del clero sul territorio nazionale? Su questi temi com’è cambiata la situazione nazionale negli ultimi decenni?

– si fa fronte a questi interrogativi utilizzando i dati aggiornati gentilmente forniti all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, che ci permettono di delineare l’evoluzione della situazione degli ultimi 30 anni, dal 1990 sino ad oggi (2019)

– alcuni dati di fondo:

in tre decenni il corpo sacerdotale si è ridotto a livello nazionale del 16% circa, ma con grandi differenze a livello territoriale (situazione assai critica al Nord e più favorevole al Sud) attualmente l’età media del clero diocesano è di oltre 61 anni; ma anche in questo caso con rilevanti differenze territoriali attualmente 1/3 del clero ha più di 70 anni, mentre il clero ‘giovane’ (con meno di 40 anni) rappresenta il 10% del corpo sacerdotale

la riduzione del clero diocesano: un fenomeno non recente

la presenza del clero ‘straniero’

la chiesa italiana (nella sua componente ministeriale) si sta meridionalizzando?

più preti ‘giovani’ al Sud che al Nord (e in parte al Centro)

più pratica religiosa al Sud

maggior presenza al Sud di Diocesi di piccole dimensioni

 

2. Lo scenario sociale e religioso in cui opera oggi il clero in Italia (indicazioni che emergono da una recente ricerca nazionale sulla religiosità degli italiani – in via di pubblicazione)

– aumento del pluralismo religioso in Italia: crescita dei ‘non credenti’, delle minoranze religiose e di nuove forme di spiritualità; relativa tenuta dell’appartenenza cattolica

– la varietà interna al mondo cattolico: stabilità dei cattolici ‘praticanti’ e incremento dei cattolici ‘etnico-culturali’

– stanchezza della pratica, vitalità del sentimento religioso (e della religiosità popolare)

– la domanda dei riti di passaggio: il cambio di scenario

– più critiche alla chiesa di vertice che alla chiesa di base;

– il clima anti-istituzionale coinvolge anche la chiesa, ma risparmia quanti operano in modo credibile sul territorio

– una socializzazione religiosa ancora diffusa (che si sta fortemente attenuando tra i giovani)

– la parrocchia territoriale: una formula datata?

– opinioni sul celibato del clero e sul sacerdozio femminile

– ripercussioni di queste tendenze sulla presenza e sul ruolo del clero e sulla crisi delle vocazioni

 

3. Sfide per il clero e per la chiesa

– il venir meno in varie aree del paese del modello del cattolicesimo popolare/parrocchiale

– la sfida del pluralismo (interno alla chiesa e nella società aperta) non sembra esservi l’uscita dell’Italia dalla cultura cattolica (l’ex-culturazione del paese)

dalla fede della tradizione), ma è in forte crescita la quota di popolazione ai margini o

estranea ad una proposta religiosa e cristiana

– chiesa di popolo o chiesa di élite? cattolicesimo di minoranza o di maggioranza?

– la difficile convivenza di identità e domande cattoliche diverse (“i cattolici della linfa, del

   tronco, della corteccia, del muschio”)

– un clero e una chiesa più congruente con le aree del paese meno moderne e sviluppate?

– la difficoltà di proporre un discorso sull’uomo, sulla natura, sulla vita sociale, che

sia significativo per la coscienza moderna

– la carenza di scelte e di indirizzi a livello nazionale, sia per la forma chiesa, sia per le

questioni organizzative (crisi di leadership?).